Morto Muhammad Ali: una lotta lunga una vita

Muhammad Ali è morto. Il grande campione si è spento in un ospedale di Phenix nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2016, circondato dall’affetto dei suoi cari. Era stato ricoverato per motivi respiratori ma da subito le sue condizioni erano apparse disperate.

Ali, nome da musulmano di Cassius Marcellus Clay Jr., era da circa trent’anni affetto dal morbo di Parkinson, che, secondo i medici, fu una conseguenza causata dai colpi ricevuti sul ring durante la sua ventennale carriera da professionista.

L’ex pugile statunitense era diventato una leggenda dagli inizi degli anni ’60 grazie alla vittoria dell’oro Olimpico ai giochi di Roma del 1960 e alla conquista del titolo mondiale dei pesi massimi nel 1964 a soli 22 anni. Soprannominato The Greatest, aveva conquistato 56 vittorie, di cui 37 grazie al KO dell’avversario.

Dopo il ritiro dal mondo sportivo, nel 1981, Muhammad Ali aveva continuato ad essere un’importante figura pubblica distinguendosi per le sue azioni contro la discriminazione razziale e per aver rifiutato di combattere nella guerra in Vietnam per motivi religiosi. Tuttavia, le sue apparizioni cominciarono a diminuire con l’aggravarsi della malattia. Nel 1996, richiesto come tedoforo ai Giochi Olimpici di Atlanta, aveva commosso il mondo per l’evidente tremore delle mani.

Molti i commenti di cordoglio provenienti dal mondo dello sport e della politica. “Se ne è andata la parte più grande di me”, scrive su Twitter George Foreman, lo storico avversario della leggenda del pugilato. Muhammad Ali ha scosso il mondo. E per questo il mondo adesso è migliore. Siamo tutti migliori”. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha salutato Ali.

I funerali si sono tenuti nella giornata di venerdì 3 giugno nella città di nascita dell’ex pugile, a Louisville in Kentucky. La cerimonia è stata celebrata da un Imam, mentre gli elogi sono stati affidati all’ex presidente Bill Clinton, all’attore Billy Cristal e al giornalista sportivo Bryant Gumber.