Luciana Littizzetto rischia un anno di carcere per maltrattamento di animale

Che tempo che fa? Tira una brutta aria per Luciana Littizzetto. La legge contro il maltrattamento animale in Italia esiste e deve essere rispettata. Sicuramente tutti ricorderete gli occhi sbarrati in un innaturale immobilismo di quel cucciolo di maiale portato in un carrellino rosa nel bel mezzo degli studi RAI di Corso Sempione a Milano. Unica colpa dell’animale,  essere utilizzato per antonomasia come paragone negativo della legge definita dal suo ideatore “Porcellum”, ovvero una schifezza. Ricordando in questa sede che mai paragone è più sbagliato, visto che il maiale è un animale pulitissimo di natura e che è solo la cattiveria umana che lo costringe a vivere  in ambienti malsani tra le sue feci, proviamo a fare qualche riflessione.

Prima di tutto il simpatico (a seconda dei punti di vista) monologo della Littizzetto avrebbe potuto svolgersi senza la presenza del maialino. Già questo dovrebbe bastare per biasimare l’utilizzo mediatico fine a se stesso e nemmeno divertente di un essere vivente trasportato in un luogo inadatto a lui, pieno di stimoli stressanti, dal viaggio di andata e ritorno, alla lunga permanenza negli studi sotto riflettori e immerso nel caos. In secondo luogo, tantissimi spettatori, non solo appartenenti ad associazioni animaliste, hanno manifestato dubbi sulla condizione del maialino, che appariva innaturalmente immobile (nonostante avesse la possibilità di muoversi). Le proteste hanno invaso tutti i social, al punto che la stessa RAI ha provveduto ad aprire un’inchiesta interna per capire se fossero stata violate le norme etiche dell’azienda. Se un animale che resta fermo e a terra in tal modo ci sono due spiegazioni: o è talmente atterrito dalla paura da non riuscire a muoversi, o fatto ancor più grave e ipotesi più probabile, è stato narcotizzato o drogato. In entrambi i casi ci sono evidenti estremi per parlare di maltrattamento ma è bene sottolineare che, con buona pace di chi si indigna che i giudici italiani “perdano tempo con questi reati spendendo inutilmente i soldi dei contribuenti”, che la somministrazione di droghe a animali senza giusta causa è reato di maltrattamento. E in quanto reato è passibile di denuncia e perseguibile per legge. L’associazione Animalisti Italiani che ha denunciato la Littizzetto, ha chiesto da tempo chiarezza sulle circostanze del trasporto e della provenienza del maialino e soprattutto, ha insistito per l’apertura di un’indagine per verificare se l’animale fosse stato drogato. Ricordiamo che la presenza sul posto di un veterinario sicuramente ha contribuito a diminuire i rischi per il cucciolo ma non assolve la RAI e la comica che hanno utilizzato un essere vivente, intelligente e indifeso, come un oggetto per aumentare gli ascolti. Eh già. Perchè da qualsiasi parte la si prenda, sono sempre i soldi la ragione di ogni sfruttamento ambientale e animale ed è contro questo potere invisibile ma dalle terribili conseguenze, che si battono gli animalisti e gli ambientalisti.

Se è pur vero che esistono reati ben più gravi è altrettanto vero che il fatto che esistono omicidi non impedisce di indagare gli evasori fiscali. Ogni reato merita di essere unito, qualsiasi sia la sua entità. Chi ride della denuncia è semplicemente chi, abituato ad un pensiero unicamente antropocentrico, considera tutto ciò che riguarda gli animali di seconda importanza. Infatti a protestare non sono i fan della Littizzetto che quantomeno annebbiati dalla stima per la loro idola, potrebbero avere qualche attenuante. A scagliarsi contro quelli che vengono offensivamente chiamati “animalari” sono gli stessi che si riempiono la bocca di slogan anti vegani con tanto di grigliata come immagine di copertina. Così, tanto per dare idea di chi stiamo parlando. Leoni da tastiera che, possiamo scommetterci, hanno a suo tempo inveito contro la comica per i compensi faraonici di Sanremo o per i miseri cento euro donati alla ricerca contro la SLA. Ma cosa possiamo farci, la coerenza è un privilegio di pochi e si volatilizza in men che non si dica quando si tratta di tematiche animaliste o vegano/vegetariane. Quanti mangiatori di carne si sonos coperti improvvisi amanti e tutori delle anime delle “piantine” da quando esiste qualcuno che fa notare loro i rischi e i dubbi etici dietro l’alimentazione onnivora?

Non resta che attendere gli sviluppi della vicenza perché secondo la legge italiana chi si macchia di un reato di questi tipo arriva a rischiare fino ad un anno di carcere. Con tutta sincerità, nessuno pensa realmente che un personaggio come Luciana Littizzetto finirà per essere condannata alla detenzione ma speriamo che venga inflitta una multa esemplare affinché si costituisca un precedente capace di evitare episodi simili in futuro.

 

Valentina Rubini – Le metamorfosi di K

 

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