Ulcera carnivora: da tempo l’Australia è stata colpita da una nuova epidemia originaria dell’Africa. Negli ultimi 4 anni si è assistito a un aumento dei casi pari al 400%. A Melbourne in questo 2018 se ne sono registrati già 270.
Ulcera carnivora di Buruli
Responsabile di questa epidemia è l’ulcera del Buruli diffusa nell’Africa subsahariana. Il Mycobacterium ulcerans causa una infezione molto grave che provoca lesioni della pelle e dei tessuti molli. Basti pensare che queto agente patogeno appartiene alla stessa famiglia di microbi che causano la tubercolosi e la lebbra.
I ricercatori ritengono che l’epidemia e i relativi focolai possano originarsi nelle falde acquifere contaminate dai batteri, che sono presenti sia in Africa che in Australia. La tesi prevalente che trova credito presso la maggior parte degli studiosi è che l’epidemia possa essere diffusa dagli insetti di alcune piante.
A sostegno di questa teoria vi è il fatto che le persone infettate si trovavano presso laghi e fiumi. Riguardo al vettore del batterio si ritiene che possano esserlo le zanzare, tuttavia in Australia vi sono molti animali che hanno contratto l’ulcera di Buruli, ad esempio cani gatti, koala e opussum.
Ulcera carnivora: effetti
Se l’infezione non è diagnosticata per tempo può portare a disabilità anche a lungo termine, ad esempio può comportare una grave limitazione nei movimenti delle articolazioni. Al momento è disponibile solo la terapia antibiotica che va iniziata appena si ha il sospetto di essere stati infettati dall’ulcera del Buruli. in caso contrario l’infezione può dare luogo all’ulceramento in sole 4 settimane.
Le autorità sanitaria australiane hanno investito oltre un milione di dollari per la ricerca su questa malattia, tuttavia ancora non risulta chiaro come possa diffondersi. Allo stato attuale non è quindi possibile approntare un programma di prevenzione per la popolazione. In questo senso Paul Johnson, esperto internazionale di ulcera del Buruli dichiara che:
“sia molto probabile che il batterio ’Mycobacterium ulcerans’ si trasmetta attraverso zanzare e opossum, ma i modi di contatto e diffusione restano ignoti”