Corte Europea: sì all’uso del farmaco meno caro per la cura della maculopatia

Collirio ritirato

La Corte di Giustizia Europea ritiene legittimo l’utilizzo del farmaco Avastin tra quelli a carico del Ssn per la cura della retina. La decisione dell’Unione Europea ribadisce la decisione dell’Agenzia del Farmaco (Aifa) intervenuta dopo l’Antitrust, che aveva sanzionato il “cartello” tra Roche e Novartis.

L’origine della disputa

Tutto ha origine nel 2014 quando l’Antitrust sanziona Roche e Novartis multandole con 180 milioni di euro per aver favorito la vendita di Lucentis, il farmaco più costoso. La Corte Europea ha chiarito che quello messo in atto dalle due aziende farmaceutiche rappresenta una intesa limitativa della concorrenza per favorire un prodotto, Lucentis, a scapito di un altro, Avastin, in quanto il primo risulta ben più caro del secondo, per la cura di alcune patologie oftalmiche. La Roche e la Novartis hanno proposto ricorso al Consiglio di Stato, che prima di pronunciarsi ha chiesto un parere alla Corte di Giustizia europea.

Nello specifico l’Agenzia del farmaco nel 2014 aveva compreso l’utilizzo di Avastin “off label”, ovvero fuori dalle sue indicazioni, tra i farmaci coperti dal Snn per la cura della maculopatia. La Novartis commercializza Lucentis, un farmaco specifico per il trattamento della maculopatia compreso nel sistema sanitario nazionale ma più costoso rispetto ad Avastin.

L’azienda produttrice del farmaco impugna le decisioni dell’Aifa rivolgendosi al Consiglio di Stato in quanto ritiene che l’Aifa favorisca l’utilizzo di Avastin rispetto a Lucentis, farmaco specifico per il trattamento di questa patologia agli occhi. Il Consiglio di Stato, come detto, si è rivolto invece alla corte Ue.

Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute, così commenta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sulla mancata concorrenza tra le due aziende:

“Si tratta di una sentenza storica, destinata a modificare radicalmente le logiche esclusivamente commerciali legate alla commercializzazione di un farmaco che è sì un prodotto dell’industria, ma ancor prima un bene essenziale per la salute. Per primi in Italia ci siamo battuti per arrivare a questo risultato, non possiamo che essere soddisfatti e orgogliosi della nostra scelta del 2009, di cui ora potranno beneficiare anche le altre Regioni”.