Dimagrire? Sì, ma non fà la felicità!

Il sogno di tutte le donne (o quasi) è dimagrire, e anche velocemente. Una ricerca inglese, condotta di recente su di un campione di 2000 persone in evidente sovrappeso dimostra che sì, chi è riuscito a perdere peso ha migliorato la sua esistenza notevolmente, ma il 5% di queste persone è a rischio depressione. Il 14% di questo campione ha perso circa 7 chili (a persona), mentre il 78% di coloro che hanno intrapreso il trattamento hanno evidenziato, sulle prime, tendenze depressive. A seguito di accurati controlli e dopo i primi risultati positivi legati alla dieta, i soggetti in questione, come si può ben immaginare, hanno assunto una disposizione diversa rispetto alla realtà quotidiana, diventando più attivi e intraprendenti. Rischio depressione evitato. Ma è sempre così semplice?

No. Come ci spiega infatti il ricercatore Sarah Jackson, coordinatrice del progetto, chi vuole dimagrire in genere pensa che la perdita di peso migliorerà in un lampo la propria vita. Non è così, ovvio. Quindi, secondo gli studi clinici, potrebbe essere che depressione e sovrappeso siano patologie spesso correlate, legate a cause comuni. Questo non vuol dire però che dimagrire migliori l’umore del paziente. Almeno, non in tutti in casi e non in modo subitaneo.
L’essenziale elemento da unire alla volontà personale di mutare condotta sono determinazione e affetti. Le persone che amiamo svolgono un ruolo fondamentale anche in questo tipo di percorso. Dunque, come i ricercatori hanno dimostrato, è necessario cambiare profondamente se stessi prima di intraprendere una dieta, farlo con consapevolezza e con l’attenzione dei propri cari, amici e, ove fosse indispensabile, di un supporto psicologico.

La chiave per dimagrire in fretta sta non solo nella scelta di una corretta dieta alimentare nel condurre attività fisica giornaliera, non bere e non fumare. C'è dell'altro però: per sentirsi bene bisogna credere in se stessi.
I primi passi per dimagrire in fretta sono: scegliere  una corretta dieta alimentare, condurre attività fisica giornaliera, non bere e non fumare. C’è dell’altro però: per sentirsi bene bisogna credere in se stessi.

Ma allora, in tutti questi anni ci hanno dato informazioni sbagliate? No, affatto. Per cominciare a cambiare vita
, dobbiamo comprendere in primo momento quali sono i fattori negativi. Spesso li ravvisiamo in cause estrinseche ma nella maggior parte dei casi la chiave del problema si trova negli atteggiamenti disfattisti, di pessimismo cronico che influenzano il nostro modus vivendi.

E allora da dove iniziare? Un consiglio che può sembrare forse banale è verificare il proprio stato di salute. Laddove non si presentino evidenti cause di impossibilità a praticare attività fisica, è consigliabile iscriversi in palestra, frequentare scuole di ballo, intraprendere sport acquatici, ancora meglio. Oltre ai classici corsi di nuoto, sono preferibili quelli di idro-spinning, che, oltre a incoraggiare visibilmente il dimagrimento e la lotta agli inestetismi della cellulite, favoriscono la circolazione sanguigna.

Una volta scelto il proprio sport, è bene per i fumatori, decidere di smettere. Infatti cibo e fumo sono strettamente legati dallo stesso psicologico bisogno di compensazione. Quando siamo stanchi o giù di morale rappresentano il nostro porto franco, la nostra sicurezza. Immettere cibo in eccesso nel proprio organismo e fumo nei nostri polmoni è solo frutto di un meccanismo subdolo e, a volte, pericoloso. Entrambi sono appigli che l’ansia, la nostra nemica, sceglie per salvarci. Nel modo più errato però. Bisogna eliminare ogni eccesso allora, fumo incluso: in modo graduale magari sostituendo con altri prodotti come liquirizia, caramelle balsamiche, mentine.

L’ultimo consiglio che è necessario fornire a chi è convinto di intraprendere una dieta è credere in se stessi, smettendo di autocommiserarsi, lamentarsi. Il primo passo verso la felicità è nella propria persona. Ogni uomo infatti può dare molto di se’ alle persone vicine ma può farlo sul serio solo quando è convinto di esserne capace. Come un celebre filosofo scrisse: “Io sono ciò che mangio”. Sarebbe opportuno in questo caso capovolgere l’assunto in “Io mangio ciò che sono“. L’uomo nella totale autonomia può scegliere cosa e come “essere nel mondo”, assumendo la piena consapevolezza che serenità e indipendenza dipendono dal suo desiderio di mutamento. Insomma, con convincimento, si può essere felici anche con qualche chilo in più, a patto che il proprio benessere psicofisico sia protetto e salvaguardato.