Quota 100 per tre anni, fino al 2021, sostituita poi dalla pensione anticipata con 41 anni di contributi. È l’ultima ipotesi di lavoro in vista della Riforma Pensioni che il Governo prevede di mettere a punto entro la fine dell’anno, con ogni probabilità attraverso emendamenti alla Legge di Bilancio 2019.
Nelle scorse settimane era stato proclamato un provvedimento per introdurre le misure di Riforma Pensioni, oltre che il reddito di cittadinanza. Adesso l’orientamento sembra quello di inserire le novità in materia previdenziale tramite correzioni alla legge di Stabilità.
Rimangono i paletti minimi a 62 anni di età e 38 anni di contributi, da rispettare entrambi. Ciò significa che con 61 anni di età e 39 anni di contributi, niente quota 100.
Si prevedono quattro finestre trimestrali annue di uscita. Nel 2019 saranno solo tre, a partire da aprile.
Divieto di sommare redditi dal lavoro fino al compimento dei 67 anni (l’età pensionabile).
Sembra che l’intenzione del Governo sia però quella di prevedere la quota 100 solo fino al 2021.
Successivamente sarà sostituita dalla quota 41, che consentirà di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età.
La finestra trimestrale di uscita sembra destinata a valere solo per il privato, i dipendenti pubblici potranno invece scegliere solo due finestre di uscita annuali, con cadenza semestrale.
Il presidente di Itinerari previdenziali Alberto Brambilla, ritiene che si potrebbe limitare la misura a coloro che hanno raggiunto il requisito (62 anni di età e 38 di contributi), entro il 31 dicembre 2018.
Tutto ciò con un meccanismo a ritroso, per cui il diritto spetterebbe subito a coloro che al prossimo 31 dicembre hanno raggiunto il requisito da almeno due anni.
Dopodiché si riducono mesi per ogni finestra fino al 2020. Quindi, in luglio 2019 sarà il turno di coloro che al 31 dicembre 2018 avevano maturato il requisito da 18 mesi e così via.
Il vicepremier Salvini ha concluso che sia questa la strada che l’esecutivo intende percorrere.
La risposta definitiva arriverà nella prossima settimana. Attualmente, l’ipotesi più gettonata è quella della presentazione di un emendamento alla Legge di Bilancio al Senato.
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