Omicidio Matilda, parla la madre: ‘Voglio giustizia per la mia bambina’

Omicidio Matilda, parla la madre: 'Voglio giustizia per la mia bambina'
Omicidio Matilda, parla la madre: 'Voglio giustizia per la mia bambina'

Elena Romani (44 anni) è la mamma della piccola Matilda (23 mesi al momento della morte) assassinata il 2 Luglio 2005 con un violento calcio. La bambina se fosse ancora viva, oggi sarebbe una bella ragazzina di 15 anni. Elena continua a lottare per scoprire l’assassino di sua figlia; un delitto ancora impunito a distanza di 13 anni. La donna ha dichiarato:

‘Io voglio giustizia per la mia bambina assassinata a soli 23 mesi. Qual giorno eravamo in casa io e il mio compagno da tempo, e io sono innocente’

A stabilire l’innocenza di Elena Romani sono stati i giudici in ben tre processi, in cui la mamma di Matilda è stata sempre assolta.

Matilda: uccisa da un calcio alla schiena

Matilda non aveva ancora compiuto 2 anni quando morì a causa di un trauma alla schiena, causato (si pensa) da un violento calcio da parte di una persona adulta. Il suo assassino è ancora ignoto. I sospetti caddero subito sulla madre Elena e sul compagno di lei, Antonio Cangialosi.

Un caso giudiziario clamoroso, non così lontano da quello del piccolo Tommaso Onofri, ucciso l’anno seguente a soli 17 mesi dal muratore Mario Alessi. La giustizia ha infine perso, non riuscendo a trovare il colpevole di questo aberrante omicidio: sia Elena Romani che il suo compagno Antonio sono stati infatti assolti.

Assolto per la seconda volta Antonio Cangialosi

Qualche settimana fa è stato assolto Antonio Cangialosi (48 anni) ex compagno di Elena Romani, sospettato dell’omicidio della piccola Matilda. Nel corso degli anni, l’uomo si è sempre proclamato innocente. Dopo il responso da parte del Tribunale, l’uomo ha dichiarato:

‘Ora, finalmente, riprendo in mano la mia vita’

Ancora non si conosce la verità su quel maledetto 2 Luglio 2005 e ci si continua a chiedere cosa sia realmente accaduto alla bambina.

L’omicidio

L’omicidio di Matilda avvenne in una villetta sita a Roasio, a Vercelli. L’abitazione era di proprietà di Antonio Cangialosi. Quel giorno in casa c’era solamente Elena Romani (all’epoca hostess), la figlioletta Matilda e lo stesso Cangialosi, un ex body-guard. La bambina si sentì improvvisamente male e venne portata in ospedale in condizioni a dir poco critiche. I medici non riuscirono a salvarla e morì un’ora dopo essere stata ricoverata.

Qualche giorno dopo venne fornita la comunicazione del decesso di Matilda ai militari, che subito iniziarono le indagini. Inizialmente si ipotizzò un caso di malasanità, ma non di certo un delitto. Non a caso, Antonio Cangialosi denunciò il ritardo dei soccorsi, i quali sarebbero giunti, a suo dire, troppo tardi, quando per la piccola non c’era più nulla da fare. Venne in seguito disposta un’autopsia sul cadavere di Matilda.

Si scoprì che la bimba era morta a causa di gravissime lesioni in varie parti del corpo. I risultati portarono a galla una terribile verità: Matilda era stata letteralmente massacrata! Tuttavia, le dinamiche, così come l’autore materiale di questo aberrante omicidio ai danni di una creatura indifesa rimangono avvolte nel mistero più fitto.