Scimmie clonate e geneticamente modificate rese insonni per comprendere meglio le malattie dell’essere umano

Scimmie clonate e modificate geneticamene

Cinque scimmie modificate geneticamente sono nate dopo una clonazione. La scimmia, da cui è poi partita la clonazione, è stata resa insonne attraverso sofisticate tecniche di ingegneria genetica. L’esperimento è stato condotto dai ricercatori dell’Istituto di neuroscienze dell’Accademia cinese delle scienze di Shanghai per studiare l‘insonnia.

Scimmie geneticamente modificate e clonate

Lo studio che sta facendo molto discutere per le sue implicazioni etiche, può ritenersi straordinario da un punto di vista scientifico. I ricercatori hanno dapprima modificato i geni di un macaco allo scopo di procurargli un alterazione del ritmo circadiano, che regola il ciclo sonno-veglia fondamentale per la nostra esistenza.

Quindi da questo singolo macaco hanno dato vita a 5 cloni. A distanza di 6 mesi i macachi clonati presentano disturbi tipici che si associano ai disordini del sonno, quali ansia, depressione e comportamenti schizofrenici.

Macachi modificati geneticamente e clonati: lo scopo dell’esperimento

Questo esperimento dovrebbe consentire di comprendere meglio alcune malattie che riguardano l’essere umano, in quanto l’insonnia può dar luogo a tutta una serie di problemi di salute, quali cancro, diabete mellito, l’Alzheimer ed altre patologie neurodegenerative. In particolare i ricercatori hano spiegato che:

“Riteniamo che questo approccio alla clonazione di scimmie modificate geneticamente possa essere utilizzato per generare una varietà di modelli di primati utili per studiare malattie a base genetica, tra cui molte malattie del cervello, i disordini immunitari e metabolici e il cancro”

Per la clonazione del primo macaco, i ricercatori hanno fatto ricorso alla tecnica già utilizzata per la pecora ‘Dolly’. Per quanto riguarda la modifica genetica, invece hanno impiegato una tecnica di editing genetico nota come CRISPR-Cas9. Tramite questa metodica è stato possibile impedire l’espressione del gene BMAL1, che regola il ritmo circadiano. Successivamente è stato clonato il macaco. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sul National Science Review.