Ricreiamo il sound di Mike Stern

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La sua formazione musicale avviene alla Berklee School of Music di Boston, prestigioso istituto che vede tra gli insegnanti musicisti del calibro di Pat Metheny e Mick Goodrick.
E’ proprio Metheny che ne capisce il potenziale e lo indirizza verso una delle band jazz-rock più attive del momento: i Blood Sweet and Tears.
Successivamente milita nella formazione di Billy Cobham, e da lì e una rapida ed interminabile ascesa: Miles Davis, Jaco Pastorius, David Sanborn, Steps Ahead, solo per citare alcuni artisti, fino alla ben nutrita carriera solistica.
Negli album a suo nome compaiono musicisti straordinari, scelti per l’occasione, oppure a seguito di riuscite collaborazioni; lo stile di Stern è condizionato positivamente da questo aspetto, tanto da risultare sempre rinnovato e maturato.
Numerose candidature al Grammy testimoniano il lavoro di un artista in grado di affascinare, nonché stupire l’ascoltatore con composizioni di rara bellezza, supportate da una tecnica esecutiva ineguagliabile.

La tecnica di MiKe Stern

Ciò che colpisce di Stern è la naturalezza con la quale elabora frasi anche molto articolate ma al tempo stesso estremamente musicali.
Il sentirsi a proprio agio nel suonare su progressioni armoniche anche molto complesse è indice di un talento che va oltre la conoscenza dello strumento.
Completo sotto tutti gli aspetti Stern è sempre attuale e imprevedibile, così da risultare unico.
Aggressivo come Jimi Hendrix, vellutato come Jim Hall si potrebbe dire; effettivamente è difficile dare una connotazione allo stile di Stern che tutto usa sapientemente.
In un intervista con Andrian Pertout, afferma che il suo modo di suonare deve molto allo studio affrontato su partiture per fiati, soprattutto il sax tenore, che gli hanno consentito di vedere la musica in maniera più ampia, senza le limitazioni proprie dello strumento.
Ne scaturisce un legato tipico di musicisti come John Coltrane o Sonny Rollins, combinato con sonorità di derivazione rock-vellutato come blues che ricordano il Buddy Guy Jim Hall si dei tempi migliori.

Il setup di Stern è piuttosto  semplice: chitarra, qualche pedale e amplificatore, tutto il resto è nelle!
Lo strumento che da sempre usa lo accompagna è una Telecaster Custom, per lui realizzata da Michael Aronson A Boston.
Si tratta di un “assemblato” che monta un manico Fender Broadcaster degli anni Cinquanta, un humbucker Seymour Duncan in stile PAF al manico, e un single coil al ponte; strumento versatile sulla scia del quale Yamaha ha prodotto il modello Pacifica Mike Stern Segnature.
Per amplificatore lo strumento, Stern impiega un datato combo Yamaha G-100, o in sostituzione dello stesso un Fender Twin, che riprende mediante uno Shure SM-57; ancora, in alternativa, un Pierce GR -1 con relativa cassa 4×12.
In quanto a effettistica da tempo ricorre a un processore Yamaha SPX-90 del quale predilige il chorus e che, nel caso di un utilizzo in bi-amp, impiega per splittare il segnale in stereo.
Infine, alcuni effetti compaiono in una semplice pedaliera che fa mostra di sé sul palco con Stern: Boss Distortion, Boss Digital Delay, Boss Volume Pedal e MXR Dyna Comp. 

I suoni a la Stern

Vediamo come riprodurre due timbri: uno pulito e uno distorto in stile Stern, avvalendoci di un setup il più elementare possibile.
Come riferimento l’analisi si basa sul brano “The Vine” presente nell’album Between the Linea del 1996 [Atlantic Jazz].

SUONO PULITO
Percorso del suono: chitarra > delay > chorus > amplificatore

Chitarra
Regolazioni riferite a una Jim Reed E1 dalle seguenti caratteristiche: corpo in mogano con top in acero fiammato, manico in acero, tastiera in palissandro, pickup Kent Armstrong, corde Dogal Supreme scalatura 0,10 – 0,46. Selettore pickup: posizione 1 (manico)
Tono: 6/10
Volume: 10/10 (pickup in posizione passiva)

Effetti Regolazioni delay (Boss DD-6)
E.Level: 29/100
Feedback: 0
D.Time: 30 ms

Regolazioni chorus (Boss Super Chorus CH-1)
E.Level: 41/100
EQ: 50/100
Rate: 3/100
Depth: 61/100

Amplificatore
Regolazioni riferite a una testata Carvin Legacy alla quale è stata abbinata una cassa Marshall 2×12.

Canale clean
Treble: 5/10
Mid: 7.5/10
Bass: 6/10
Volume: 5/10
Reverb: 5/10

Nel caso si intenda impiegare un’unità di riverberazione esterna si provveda a impostare un Room con un predelay molto basso e un tempo di decadimento attorno ai due secondi.

SUONO DISTORTO
Percorso del suono: chitarra > distorsore > delay > chorus > amplificatore

Chitarra
Per il secondo suono, partendo dal timbro ottenuto precedentemente, ho introdotto un distorsore all’inizio della catena, nonché provveduto a regolare la chitarra nel modo seguente:
Selettore pickup: posizione 2 (manico + centrale in posizione humbucker)
Tono: 10/10
Volume: 10/10 (pickup in posizione passiva)

Effetti
Regolazioni distorsore (Boss DS1)
Tone: 70/100
Level: 70/100
Dist 50/100

Buona esecuzione!