La Centrale Montemartini, sulla via Ostiense 106 a Roma,è un museo poco conosciuto. Esso ospita circa 400 statue romane, alcune delle quali sono già state esposte, mentre altre sono state recuperate dai ricchissimi depositi comunali. Oltre alle statue, alloggiate in una straordinaria ambientazione di archeologia industriale, possiamo trovare insieme a epigrafi e mosaici. Si tratta di un museo quasi sconosciuto, se pensiamo che nel 2013, ha avuto soltanto 50.000 visite.
Esso è presente presso la centrale termoelettrica Montemartini, era stata inaugurata nel 1912. Importante perchè era il primo impianto pubblico di produzione elettrica dell’allora “Azienda elettrica municipale”, attualmente ACEA. Rimasta in attività fino al 1963, abbandonata per oltre 20 anni perché ormai obsoleta. Dopo mezzo secolo di attività l’impianto vide la decadenza degli immobili, lo smontaggio delle macchine e vari riusi degli ambienti, finché l’ACEA non decise di ristrutturare. Vennero restaurate le strutture murarie ricollocando macchinari. Nel 1995 aprì i battenti per raccogliere i reperti della galleria lapidaria e diversi settori del palazzo dei Conservatori nei Musei Capitolini in Campidoglio inizialmente come sistemazione temporanea, per permettere lavori di ristrutturazione. Nel 2005, conclusi i lavori ai Musei Capitolini, molte sculture rimasero nella sede della centrale, che divenne sede museale permanente.
Nel Museo, possiamo ritrovare vari reperti, in particolare negli antichi horti romani e sono suddivisi in tre tematiche principali: Roma repubblicana, reperti molto rari, il centro monumentale di Roma i cui reperti raccolti nella “sala Macchine”. Nella “sala Caldaie ritroviamo reperti più recenti, del periodo imperiale come quelli rinvenuti nelle residenze imperiali e le domus, compresi mosaici stupendi e rarissimi.
Ciò che rende questo museo molto speciale è senza ombra di dubbio il suo allestimento. Si ha un intreccio particolare tra antico e moderno, tra archeologia classica e archeologia industriale. I macchinari della centrale fanno da sfondo alle sculture in alcune sale, in altre invece si verifica l’esatto contrario. Senza dubbio è molto suggestiva la presenza di due giganteschi Diesel della centrale, ormai muti e silenziosi, insieme a due alternatori.
Si tratta di mute testimonianze del secolo appena concluso, il XX che ha visto la maggior parte delle più straordinarie tecnologie oggi in nostro possesso. Un luogo molto interessante e purtroppo quasi del tutto sconosciuto, sicuramente che merita una fama più ampia.
