La mamma le vieta lo smartphone: bambina di 9 anni si suicida

Collo da tablet

Una bambina di soli 9 anni si è suicidata perché la  madre non le aveva permesso di utilizzare lo smartphone. E’ accaduto a New York, nel quartiere del Bronx, sabato scorso.

Il no della madre scatena il terribile gesto della bambina

La piccola svegliandosi presto, aveva chiesto alla mamma di poter utilizzare lo smartphone per guardare qualche video su YouTube. La madre però probabilmente per evitare che la figlia, come gli altri fratelli, sviluppasse una dipendenza da questi strumenti, si è rifiutata di farle usare il cellulare. La bambina si sarebbe suicidata con una cintura attorno al collo. A scoprirla è stata la madre. Purtroppo la disperata corsa in ospedale non è servita a salvarla.

Come dimostra questo caso, i ragazzi al giorno d’oggi vengono a contatto con gli strumenti tecnologici ad una età sempre più precoce. Tuttavia considerando che questi strumenti vanno utilizzati con consapevolezza, l’uso precoce rischia invece di influire negativamente sullo sviluppo relativo agli aspetti della sfera relazionale ed affettiva.

Indubbiamente i giovani, grazie alle conquiste della tecnologia, possiedono strumenti che li avvantagiano rispetto ai giovani delle precedenti generazioni. Bisognerebbe però educare i più giovani, in particolare gli adolescenti, all’uso critico e consapevole di smartphone, tablet etc. In caso contrario la tecnologia non è più uno strumento, in quanto ci rende dipendenti e non più solo utilizzatori della stessa.

Dipendenza da smartphone: cos’è

La dipendenza da smartphone ha un nome preciso: si chiama nomofobia. Può definirsi come la paura di rimanere sconnesi dal “mondo virtuale”. Questo mondo virtuale ci sollecita continuamente all’azione, distraendoci da qualsiasi altra attività. Basti pensare alle notifiche che riceviamo di continuo sui nostri dispositivi mobili.

La dipendenza da cellulare si verifica quindi nel momento in cui il soggetto è portato ad interagire continuamente con le applicazioni scaricate sul proprio cellulare. Nella misura in cui questi strumenti tecnologici ci sottraggono al dialogo e alla comunicazione reale, impoveriscono la nostra vita.