E’ una storia che ha sconvolto prima la ridente città di Prato e, subito dopo, l’intera Italia, per la sua scabrosità. Una storia tanto drammatica quanto surreale, che sembra essere uscita da una commedia erotica all’italiana con Alvaro Vitali e Michela Miti o da qualche disgustoso B-Movie anni ’70-’80 vietato ai minori.
Una sottocultura la nostra, generata dai precitati generi cinematografici Made in Italy, che forse ci tenta forse ad ironizzare (se volessimo essere superficiali e faciloni) su simili casi. Tuttavia, non è così e la morale e il buonsenso invitano anzi a condannare (come è assolutamente giusto che sia) la scabrosa vicenda di Prato, che ha avuto come vittime reali un ragazzino di 13 anni (all’epoca dei fatti) e… suo figlio!
Protagonisti di questa assurda vicenda sarebbero un’infermiera di 35 anni ed un ragazzino che riceveva da lei ripetizioni di inglese. I due, da come narrano le ultime cronache, sarebbero stati amanti. A scoprire la turpe vicenda sono stati i genitori di lui. Recentemente, la famiglia del ragazzo aveva notato in lui un cambiamento repentino: era divenuto improvvisamente cupo e silenzioso.
In prima istanza, mamma e papà avevano pensato che fosse tutto normale: il tipico mutamento caratteriale di qualsiasi giovanissimo che, abbandonata del tutto la fase dell’infanzia, si appresta ad entrare nel pieno della vita adolescenziale, accettando le gioie e i dolori di questa delicata fase della vita di ogni uomo.
I genitori del ragazzino avevano cercato di trovare un punto di dialogo con il figlio, pregandolo di confidarsi. Alla fine, il ragazzino aveva deciso di confessare quanto di marcio ci fosse dietro i suoi preoccupanti silenzi: una relazione proibita con una donna più grande di lui, la sua insegnante di inglese. I genitori del giovanissimo avevano la conosciuta la donna in palestra e in poco tempo erano divenuti amici. Mai avrebbero immaginato che quella 35enne, all’apparenza amichevole, solare e di buona compagnia, potesse nascondere un simile lato oscuro.
Fin dal primo momento, i genitori non hanno nutrito alcun dubbio sulla sincerità del figlio, decidendo di presentare opportuna denuncia per violenza e atti sessuali su minore. La Procura ha prontamente aperto un fascicolo sul caso, ordinando alla polizia giudiziaria una perquisizione nell’abitazione dell’insegnante e presunta violentatrice del 13enne. L’avvocato della famiglia del ragazzo, dottoressa Roberta Roviello, pur confermando che la donna non abbia mai coperto di doni il suo presunto oggetto di desideri sessuali, ha affermato con assoluta sicurezza che:
‘Chiaramente la donna era innamorata del ragazzino’
Sembra oramai ufficiale: l’insegnante (e infermiera) di 35 anni protagonista della torbida vicenda avvenuta a Prato, avrebbe effettivamente avuto rapporti sessuali con il suo amante minorenne. Ad inchiodarla il test del DNA effettuato sul figlio appena nato, che comproverebbe la paternità del ragazzino!
Il marito della donna ha di conseguenza scoperto che quel bambino che considerava suo, sarebbe stato concepito dalla consorte con un altro. Eppure, come leggiamo da un articolo del Messaggero uscito qualche giorno fa, sembra che l’uomo fosse consapevole di questa turpe relazione tra la moglie e il minorenne (ora quindicenne), che sarebbe andata avanti per ben due anni.
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