Premio Nobel per la Pace: un pari merito

Un pari merito il Nobel per la Pace 2014: a dividerselo la giovanissima attivista pakistana Malala Yousafzai e l’attivista indiano Kakilash Satyarthi, due personalità impegnate nella lotta per l’istruzione, per la scuola aperta a tutti i bambini a prescindere da nazionalità, religione e possibilità economiche. Vincono il Premio per la Pace due rappresentanti si due Paesi ostili, Pakistan e India, ma “la loro lotta si iscrive nella tradizione di Gandhi. La stanno mantenendo e portando avanti” ha dichiarato il Comitato per l’assegnazione del Premio.

Malala è la ragazza più giovane nella storia del Nobel a ricevere tale riconoscimento ma “attraverso la sua lotta eroica è diventata una portavoce importante del diritto delle bambine all’istruzione” ha affermato la giuria, e tanto basta per meritare questo illustre premio. La diciassettenne pakistana ha già lottato diversi anni per il diritto delle bambine all’istruzione: a 11 anni ha aperto un blog sul sito della BBC per portare avanti i suoi ideali e il 9 Ottobre 2012 è stata vittima di una sparatoria operata dai Talebani: rappresentava, infatti, un personaggio scomodo in quanto la sua protesta e rivendicazione del diritto allo studio era vista come segno di infedeltà e oscenità.

Kakilash, l’altra metà del Nobel, è invece un attivista sessantenne che ha indirizzato la sua opera contro lo sfruttamento minorile in India. La sua lotta è iniziata negli anni Novanta attraverso un’ organizzazione da lui fondata, la bachoan Bachao Andolan, che ha permesso la liberazione di 80.000 bambini schiavizzati e la loro reintegrazione nella società. Ha partecipato a numerosissime manifestazioni in difesa dei diritti minorili ed ha accolto con gioia la decisione della giuria di assegnare il premio a pari merito. “Conosco Malala personalmente e la inviterò a lavorare con me”, ha detto Satyarthi parlando con i giornalisti a New Delhi. L’attivista ha poi aggiunto che “si tratta di un momento di gioia per gli indiani e per i bambini”.

“Una scelta difficile” ha dichiarato il segretario del Comitato norvegese per i Nobel, non solo per la delicatezza e l’importanza delle casistiche analizzate ma anche per la grande concorrenza candidata al Nobel 2014, tra cui anche Papa Francesco.