Ligabue, il dramma: “Mi mancava la terra sotto i piedi”

Ligabue

Prossimo al tour negli stadi, Ligabue si racconta in un’intervista a Vanity Fair, uomo copertina del numero in edicola da mercoledì 22 maggio. Non era mai capitato prima che il celebre cantante entrasse così nel dettaglio sul privato, in particolare sul travagliato vissuto due anni fa, quando si operò alle corde vocali.

Ligabue: l’operazione alla corde vocali gli mise paura

Sicuramente era preoccupato all’idea di non poter più tornare a cantare, come chiunque altro collega debba sostenere un simile intervento. C’è chi prova a rassicurarti, ma bisogna provarlo sulla propria pelle. È necessario fidarsi, ma la voce rappresenta lo strumento professionale e quindi si prova agonia. I momenti che lo portarono a rendersi conto di quanto fosse necessario intervenire li ha ancora ben scolpiti nella memoria.

In partenza per il tour, Ligabue contrae un’influenza tanto forte da costare la prima a Jesolo. Si cura, ma non guarisce. Dunque, per il compleanno tiene un concerto al Forum di Milano e fila tutto a meraviglia. A questo punto crede che finalmente ne sia uscita. Invece la mattina dopo è totalmente afono. Ha in programma un altro impegno milanese e dopo aver lavorato con il vocal trainer, si sottopone a una puntura di cortisone.

Va in scena. Il Forum è affollato, sono tutti per loro, Ligabue esegue tre pezzi, poi crolla. Pensava una nota e gliene usciva un’altra. Frustrato, continuò in quella che crede sia stata la peggiore performance della sua carriera. Ha chiesto scusa al pubblico, concluso il concerto e un giorno gli hanno comunicato che doveva operarsi urgentemente.

Il periodo di recupero nel totale silenzio

Nel periodo che seguì l’intervento non poté parlare. Una sensazione stranissima. Durante la prima settimana comunicava esclusivamente con i tablet, e il silenzio di allora non solo non lo ha dimenticato, ma non gli è dispiaciuto. C’era un senso di solitudine amplificato, non sgradevole.

Un’esperienza che insegnò a Luciano Ligabue l’importanza di ascoltare sé stessi e gli altri, ma per riuscirci occorre più tempo e più silenzio. Quando iniziò il percorso rieducativo provò a superare un po’ di resistenze e un po’ di timori. Difatti, la voce non costituisce solamente una corda da far vibrare, ma è pure cuore, anima, psicologia. All’inizio le paure hanno posto un freno, poi è capitato ciò che gli avevano garantito. Ha recuperato il timbro di ieri e ha risentito sé stesso. È incredibile, ma vero. La voce è migliorata sul serio.