Alla scoperta di… John Field

John Field è un compositore e pianista irlandese vissuto nella prima metà del 1800 (1782-1837), proveniente da una famiglia di artisti grazie alla quale si avvicina allo studio della musica e del pianoforte. Segue delle lezioni con il maestro Tommaso Giordani e, una volta trasferitosi a Londra, anche con il notissimo pianista Maurizio Clementi, a cui dedicherà la sua prima raccolta di sonate. Grazie proprio al maestro Clementi, Field inizia ad avere una certa notorietà e si sposta in tutta l’Europa e in tutta la Russia esibendosi nelle corti più importanti dell’epoca.

Oltre a essere un pianista richiestissimo, John Field fu anche un grande compositore, nonché inventore di uno dei generi musicali più famosi nella storia della musica, il Notturno, la cui paternità viene spesso erroneamente attribuita a Fryderyk Chopin. Senza dubbio l’invenzione del compositore britannico ha dato ispirazione non solo a Chopin, ma anche a decine di compositori del romanticismo musicale, tra cui anche il russo Michail Glinka.

Alla sua morte il compositore britannico ha lasciato un numero imprecisato di Notturni, forse 16 o 17 (risulta complicato definirne il numero poiché spesso l’autore ha scritto diverse versioni di uno stesso brano, talmente discostanti tra loro da doverle considerare due Notturni diversi): sono composizioni molto dense e ricche di elementi di bel canto, basate su un dualismo tra linea armonica eseguita dalla mano destra, opposto al virtuosismo arpeggiante della mano sinistra (caratteristica peculiare di questo notevole pianista). In realtà Field diede il nome di Notturni solo a 12 di questi brani; gli altri sono indicati come Romances, ma studi filologici e armonici ne hanno rilevato la struttura analoga a quella dei brani cosiddetti Notturni.

Lo stesso Chopin, che eseguiva regolarmente le opere di Field, ne consigliò lo studio ai suoi allievi e riprese, poi, come dimostrano studi filologici sull’opera chopiniana, la struttura di base del compositore irlandese, caricandola di un’espressività tipica delle sue composizioni.

L’opera di Field, tuttavia, non si fermò al Notturno: ha lasciato alla letteratura musicale anche una serie di sette concerti per pianoforte e orchestra, dei brani per pianoforte solista, tre opere per pianoforte e orchestra di archi e numerose sonate.
Non si conoscono, tuttavia, le ragioni che hanno portato ad un progressivo offuscarsi della fama di questo pianista molto originale e, sebbene i contemporanei lo abbiano rivalutato e lo apprezzino fervidamente, le sue opere non sono ancora comprese nel repertorio “classico” dei pianisti.