Giancarlo Giannini: “Quella volta che feci piangere Keanu Reeves. Robin Williams? Mi chiamava di continuo”

Giancarlo Giannini

Giancarlo Giannini è un mostro sacro della cinematografia italiana e non solo. Sul grande schermo ha interpretato ruoli molto diversi fra loro, riuscendo sempre nella parte, un testimonial perfetto per promuovere l’estro italiano nel mondo.

Ha vinto a Cannes, ricevuto una candidatura all’Oscar come Migliore Attore e partecipato a grandissime saghe, alleato del super agente segreto James Bond in due pellicole, Casino Royale e Quantum of Solace. Il Corriere della Sera riporta un’intervista al 76enne sulla professione di attore, ma anche sul privato.

Giancarlo Giannini: “Robin Williams mi chiamava di continuo”

E’ un uomo sui generis, Giancarlo Giannini. Nella vita ha, ad esempio, imparato come dormire anche solo venti minuti per notte, attraverso una tecnica yoga, applicata dai cammellieri del deserto, che purtroppo con l’avanzare dell’età funziona meno. Di notte prova copioni oppure fa invenzioni.

Tra i tanti prodotti realizzati un giubbotto interattivo finito in Toys di Barry Levinson. Robin Williams lo chiamava di continuo per sapere come farlo suonare o vibrare. Se lo voleva tenere, ma non gliel’ha dato. Sul set si diverte come un matto, il requisito chiave per entrare nei personaggi. Poi basta fingere, lasciare andare la fantasia.

Agli studenti del Centro Sperimentale insegna la gioia di vivere, ovvero come proteggere il fanciullino infantile. Ogni giorno penetra piccoli misteri che lo appagano, come il mistero semplice di uno spaghetto buono.

Portò a piangere Keanu Reeves

Su cosa sia un attore Giancarlo Giannini lo chiese a Jean-Louis Barrault. Che, meravigliosamente, gli rispose: è colui che col movimento incide lo spazio del palco e con la voce incide il silenzio. Secondo lui, l’attore è uno che sente il bisogno di comunicare.

Tra i tanti illustri colleghi con cui ha condiviso il set, su Keanu Reeves ha un aneddoto particolare. Giravano Il profumo del mosto selvatico, Alfonso Arau assegnò una prova d’immedesimazione. Doveva insultare Keanu, faceva il padre di una ragazza che non voleva sposasse, e lui è scoppiato a piangere e, scappato, non s’ è più trovato. Keanu ricomparve il giorno seguente.

Ora Giancarlo Giannini è impegnato nella serie Catch-22 di George Clooney, un eccellente regista perché non chiede nulla. Lo ha messo sul set e detto di fargli vedere che fa. Un atteggiamento che possiedono quelli talentuosi, così era Luchino Visconti, così è Ridley Scott.

La terribile perdita di un figlio

La fede ha aiutato Giancarlo Giannini a superare la terribile perdita di un figlio ventenne. Si ricorda solo che guardava il resto della famiglia e sentiva di doverli aiutarli. Vittorio Gassman, quand’era depresso, gli chiedeva sempre com’era entrata: non sapeva spiegarglielo.