Parliamo di Poesia con l’autrice e regista teatrale Maria Elisa Muglia

Salve lettori del giornale, questo mese di ottobre abbiamo inaugurato una nuova rubrica dedicata al mondo editoriale: l’intervista che non ti aspetti; avrò il piacere il farvi conoscere molti autori e scrittori che sono riusciti a emergere nel vasto panorama del mondo “libri”, trattando tematiche specifiche e generi diversi, parlando del romance, noir, giallo e anche dell’erotico, che sembra spopolare in libreria negli ultimi anni; oggi però vogliamo parlare di poesia e come accennato dal nostro titolo, lo faremo con l’autrice e regista teatrale Maria Elisa Muglia.

Lasciatemi dire, che sono lieta ed emozionata di presentarvela e di aver avuto modo di scambiare due chiacchiere virtuali con lei, non parliamo di un volto nuovo nel settore, ma di un personaggio che fin da giovanissima è riuscita ad arrivare nel cuore dell’arte, affermandosi come regista teatrale, scrive sceneggiature e collabora con realtà teatrali importanti nella capitale romana, dove abita da ormai quindici anni; ha cominciato tanti anni fa nel suo bel paese di origine, la bella città di Palermo, ma quello scenario con il tempo vestiva dei panni un po’ stretti, ha ampliato i suoi confini e trovato risposte positive e importanti nel cuore dell’arte italiana, Roma.

La poesia è una composizione di parole, frasi che unite tra loro creano un componimento armonioso, esprimendo sensazioni ed emozioni; la capacità del poeta è arrivare con pochi versi dritto nel cuore del lettore e fargli vivere parte dell’emotività che l’artista ha provato nel momento in cui ha scritto le sue poesie. Tutti siamo abituati a conoscere il significato di parola “poesia”  durante gli studi scolastici gli alunni sono tartassati dai componimenti dei grandi artisti classici del passato, componimenti da studiare e imparare in ogni loro verso a memoria, ma che cosa c’è dietro la nascita di una poesia? Perché un autore sente la necessità di trascrivere nero su bianco alcuni versi, tal volta biografici e raccontare al mondo le sue sensazioni?

Non abbiamo la pretesa di spiegare che cosa sia l’ispirazione e la vocazione che spinge uno scrittore o poeta che sia a scrivere, ma possiamo cercare di capirne maggiormente il significato, con le parole di Maria Elisa Muglia, autrice del libro di poesie, “La Bella, la noia e il padreterno”. Il libro sarà presentato in data 29 ottobre 2014 presso il Teatro Arvalia nella città di Roma con il patrocinio del Municipio XI Arvalia.

 

D. Salve Maria Elisa Muglia, ben venuta. Cominciamo subito col parlare della poesia, come nasce? Qual è l’input che spinge un poeta a trascrivere i suoi versi?

Risposta

É un momento. Il pensiero si forma e la penna scrive. Non è importante il supporto. Mi capita di fissare il pensiero su foglietti di carta, sul cellulare, sugli scontrini del supermercato. Quando arriva quell’intuizione, quell’emozione,  la fisso. Poi, successivamente rileggendola con calma, è come se tutto lo svolgimento del pensiero fosse già contenuto in quell’unica frase o in quell’unica parola. Scrivo sempre. E il 90% di ciò che scrivo lo butto via. Non sono mai contenta. Molte delle poesie raccolte in questo libro, per esempio, sono state salvate da un amico a cui sono piaciute avendole lette per caso.

 

maria elisa mugliaD. Il tuo libro “La Bella, la noia e il padreterno” un titolo particolare, ti va di spiegarlo ai nostri lettori?

Risposta

Il titolo è nato l’estate scorsa parlando con una persona che aveva appena letto alcune delle poesie contenute nel libro. La bella, voleva riferirsi alla poesia, credo, perché fu suggerito. La noia fu il passo successivo. E il padreterno …. questo è più difficile da spiegare e attiene ad un concetto di infinito e generale. Padreterno come l’emozione, come il sentimento, come l’arte. Padreterno come amore, amore in generale intendo, passione per qualsiasi cosa riesca a sconvolgere i sensi e la mente. Non necessariamente amore nell’accezione romantica del termine.

D. La quarta di copertina descrive il libro come un testo biografico, puoi spiegarci il perché?

Risposta

Credo che chiunque scriva racconti di se stesso. É una necessità di comunicazione senza fine. Chi scrive è ingordo e vorace di parole. Ci si racconta, ci si analizza, ci si mette in discussione. Si trova un personaggio, una situazione… qualsiasi cosa possa essere rivestito con una esperienza o con un pezzo della propria vita. Chi scrive è continuamente autobiografico. Sia un fantasy o un thriller  o un romanzo rosa, il concetto non cambia. Poi ci sono i frammenti di emozioni. Quelli che si comunicano a se stessi. Quelli scritti per riconoscersi o raccontarsi a se stessi. Sono i resti biografici. I frammenti che avrebbero dovuto restare chiusi nel cassetto dell’anima.

D. Parliamo un po’ di te: come nasce la regista teatrale Maria Elisa Muglia?

Risposta

La regista teatrale nasce ovviamente dalla passione per il teatro come forma di comunicazione (ed ecco che la magica parola ritorna!) diretta. Scrivere per il teatro e mettere in scena è totalmente differente dall’affidare i propri pensieri ad un libro. Il libro è personale e solitario. Una volta scritto sarà consumato lontano da chi lo ha pensato. Il teatro invece è qualcosa di assolutamente immediato. Chi pensa e realizza lo spettacolo vede subito la reazione di chi lo consuma. Uno scrittore probabilmente non saprà mai se i suoi lettori si sono emozionati, se hanno pianto, se hanno riso, in che momento del suo raccontare l’hanno fatto. Chi usa il teatro come mezzo invece lo saprà subito. Entrerà in empatia con il suo pubblico. Sentirà la loro emozione e potrà confrontarla con la propria.

D. La rubrica su KontroKultura nasce per dare voce al mondo degli autori emergenti, non è il tuo caso, perché hai un curriculum nel settore davvero importante, ma soprattutto ciò che mi ha colpito di te, è il tuo lavoro con giovani talentuosi e con gli anziani. Ti va di parlarci di questa esperienza?

Risposta

La scelta di lavorare assiduamente con gli anziani e di promuovere giovani talenti è strettamente collegata. Innanzitutto perché fare cultura significa anche mantenere viva e presente una storia ed una tradizione che oggi molto spesso si tende a dimenticare. Gli anziani recuperano la memoria di un tempo passato, sono testimoni di un modo di essere di vivere. Musiche, film, personaggi, costume,  sono frammenti di un tempo, che seppur non moto distante da noi, sembra già che sia mille anni fa. La tecnologia ci ha fatto fare un balzo in avanti repentino e importante. I giovani oggi, e mi riferisco ai ragazzi in età scolare, ma anche con qualche anno in più, hanno accesso facilmente a miliardi di informazioni, ma difficilmente si fermano a conoscere le proprie radici.

Il lavoro intrapreso permette sia il recupero di tante storie, che la storia ufficiale non racconterà mai, sia il proseguimento di una tradizione culturale, che è la nostra e che è una grande ricchezza che non dobbiamo dimenticare. I giovani che vengono a contatto con questi “percorsi della memoria” ne restano sempre affascinati ed incuriositi. Lo scouting ovviamente è il passo successivo. Sia nella scrittura, che nella recitazione, che nelle arti visive non  mi è capitato di rado di individuare ragazzi con tanto talento, ma senza alcun punto di riferimento per poterlo coltivare. Sono aperta a nuove proposte. Sempre. Credo che sia fondamentale per un artista. É un confronto e una crescita continua.

 

Ringrazio Maria Elisa Muglia per aver accettato di scambiare questa piacevole conversazione virtuale con la sottoscritta e di aver scelto questo giornale per parlaci di poesia, in maniera egregia aggiungo.

Ringraziamo i lettori per la loro attenzione e continuate a seguirci, prossimamente avremo l’occasione di conoscere alcuni voci importanti del mondo libri: parleremo di romance, ma anche di erotico e tanto altro ancora.

Buon proseguimento.