Francesco Missori ha 15 anni, ama il calcio ed è nato con una gamba sola. Ma è forte, sorride alla vita e gioca.
Ideatore della Nazionale italiana di calcio amputati, lo scorso Martedì Francesco ha realizzato un sogno: ha giocato la sua prima partita in un torneo under 14, al pari dei suoi compagni normodotati, con i quali aveva svolto i suoi allenamenti senza, però, essere mai entrato in campo. E ora ce l’ha fatta. Un sogno che diventa realtà, quello di Francesco.
Il centro sportivo italiano cambia le regole del gioco e permette, finalmente, a Francesco di giocare a calcio a livello agonistico. E’ stato il primo caso in Italia. Lui, Francesco, gioca con le stampelle, gli altri no.
La storia di questo “piccolo grande” uomo, è fatta di sogni. Sogni che sembrano irrealizzabili, per tutti, forse, ma non per lui, non per Francesco. Crea su Facebook il gruppo “Calcio amputati Italia” e nel 2012 il primo torneo con la sua Nazionale, precisamente l’8 Dicembre 2012. Sua la fascia di capitano in un team di atleti dagli 11 ai 45 anni.
“Avevo visto che all’estero già esistevano queste realtà. Così mi sono chiesto: perché nessuno ha mai pensato di portarla in Italia? L’ho fatto io, grazie alla mia famiglia e al Csi“.
La nazionale è allenata da Renzo Vergnani, sostenitore e mentore di Francesco. Dopo 2 amichevoli contro la Francia (perse) e 1 contro la Germania (vinta 5-0), lo scorso mese è arrivato il primo torneo internazionale in Polonia:
“Siamo arrivati quinti su sei squadre, poteva andare meglio: in alcuni casi, abbiamo sbagliato l’approccio alla partita, ma l’ultima partita, contro il Belgio abbiamo vinto 8-1 e io ho segnato una tripletta”.
Sei squadre, sei ragazzi con stampelle o protesi giocano un calcio integrato, uno per squadra. Poi altri tornei, infine una squadra nazionale che gioca nella World Amputate Football Federation, ora pronta a partire per i Mondiali in Messico.
“È la cosa più grande che potessimo fare. Sarà una bella esperienza, vogliamo divertirci ma proveremo anche a vincere”.
Francesco potrà perdere sul campo di calcio, potrà vincere ancora, potrà esultare accanto ai suoi compagni, ma una cosa è certa. Francesco, la sua partita più importante l’ha già vinta. Quella con la vita.