Sostegno allo studio per l’integrazione scolastica

La prima cosa importante che un genitore dovrebbe tenere sempre a mente è che non è sbagliato avere nella scuola un processo di valutazione. Infatti, se un genitore ha consapevolezza dell’andamento scolastico di un figlio (di una figlia), riesce più facilmente a cogliere le difficoltà che questi incontra nello studio e diventa anche più semplice dare un aiuto tempestivo al ragazzo sostenendolo nel suo percorso formativo/educativo a scuola.

Capita avvolte che i genitori, una volta informati della situazione del figlio nello studio, e delle difficoltà che egli incontra, siano dell’avviso che basti aspettare e tenere monitorata la situazione: “E’ un momento, passerà.”

I ragazzi hanno diversi tempi di sviluppo, ed è quindi nella norma che qualcuno sia più precoce nell’apprendimento, mentre altri sviluppino in seguito le medesime abilità dei compagni rimettendosi a pari con la classe.

Ragazzi che trovano difficoltà nello studio e che riescono a recuperare col tempo sono però casi molto rari, mentre è più efficace intervenire nel recupero di alunni con difficoltà di apprendimento qual’ora siano gli stessi genitori ad accorgersi della difficoltà, perché si riesce a recuperare in tempo lo studente arrivando a capire quali sono le possibili cause dei suoi problemi.

In Italia vige la Legge 104/92, la quale  riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in particolare la scuola, durante l’infanzia e l’adolescenza (artt. 12, 13, 14, 15, 16 e 17).

Il MIUR è l’ente preposto che mette in atto le varie misure di accompagnamento per favorire l’integrazione dei giovani con disabilità all’interno della realtà scolastica attraverso l’assunzione di docenti di sostegno, finanziando progetti e attività per l’integrazione, favorendo iniziative di formazione del personale docente di sostegno e curriculare nonché del personale amministrativo, tecnico e ausiliare.

Molto spesso, purtroppo, capita che la scuola non riesca ad offrire i servizi idonei per gli alunni con difficoltà diverse da quelli che hanno una certificazione.

In questi casi sono spesso le associazioni di volontariato che si fanno carico attraverso progetti, finanziati o non, ma sempre gratuiti sia per la scuola che per le famiglie, mettendo tempo, saperi e competenze dei volontari a disposizione delle scuole e dei ragazzi.

Accanto all’aiuto e al sostegno dei volontari, al fine di ottenere un miglioramento delle performance dello studente, è necessario anche che gli insegnanti si adeguino allo studente utilizzando sistemi di valutazione alternativi, quali: prove scritte semplificate, interrogazioni programmate, utilizzo di computer e materiale informatico, ecc.

Intervenire a sostegno dei ragazzi in difficoltà significa salvaguardare la scuola pubblica, offrire un’istruzione (almeno quella di base) per tutti, ma significa anche capire che educare non è sinonimo di riempire, ma significa preparare i giovani a trovare le strategie migliori per il proprio apprendimento, rispettando i ragazzi nelle loro inclinazioni, nei loro tempi di lavoro e per le loro capacità.

Angelo Franchitto