‘Ho ricevuto uno schiaffo e me lo meritavo…’: Tiberio Timperi e il racconto sul compianto padre (Foto)

Tiberio Timperi

Tiberio Timperi da La vita in diretta a UnoMattina in Famiglia

Tiberio Timperi lo scorso giugno, insieme alla collega Francesca Fialdini ha detto addio a La vita in diretta. Ovviamente non per sua scelta ma dalla decisione da parte dei vertici di Viale Mazzini. I dirigenti dalla Rai, infatti, hanno ritenuto inadeguata la loro conduzione dello storico rotocalco pomeridiano per via degli ascolti deludenti.

Ricordiamo, infatti, che la passata stagione Pomeriggio Cinque di Barbara D’Urso li ha sempre battuti. Dalla prossima stagione televisiva sia Timperi che la Fialdini opereranno in due trasmissioni differenti. Quest’ultima farà A ruota libera, il nuovo format che andrà in onda la domenica pomeriggio. Mentre l’artista dagli occhi di giacchio tornerà alle sua origini, ovvero a UnoMattina in Famiglia, ossia il sabato e la domenica su Rai Uno.

Tiberio Timperi parla del padre scomparso

Qualche ora fa Tiberio Timperi, attraverso un lungo post sul suo profilo Instagram, ha fatto una riflessione sul suo rapporto col padre. Un racconto abbastanza forte dove il conduttore capitolino racconta il carattere duro del genitore, svelando un aneddoto su qualcosa che è accaduto anni fa.

“Mio padre, Flavio. Severo con tutti a partire da sé. Esigente. Generoso. Onesto fino all’autolesionismo. Tecnico Rai, camice bianco d’ordinanza, reparto sviluppo e stampa. Non vedeva di buon occhio la mia passione per la radio”,

ha esordito in questo modo l’ex conduttore de La vita in diretta. Quest’ultimo, inoltre,, ha raccontato che un giorno, dopo una lite, lui disse al padre che un giorno sarebbe diventato qualcuno nell’azienda. Parole che scatenarono una dura reazione dell’uomo, infatti gli diede uno sonoro ceffone, considerato meritato da parte di Timperi.

“Lo ferii gratuitamente e stupidamente. Non ci parlammo per molto. Anche se non era laureato aveva capito tutto della vita. Peccato non averglielo detto ma queste sono cose che si capiscono sempre troppo tardi. Mi basta aver avuto il tempo giusto per l’ultimo saluto”,

ha dichiarato Tiberio. Quest’ultimo, inoltre, ha raccontato che quando mise a posto le sue cose, trovò una cartella con tutti gli articoli che parlavano di lui:

“Ora posso dire che quella sfida è stata vinta ma ha un retrogusto amaro. E penso a De Crescenzo che canta “volevo il mondo, ce n’ho fin quassù ma che mi manca, manchi tu”.

Ecco il post in questione:

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Mio padre, Flavio. Severo con tutti a partire da sè. Esigente. Generoso. Onesto fino all’autolesionismo. Tecnico Rai, camice bianco d’ordinanza, reparto sviluppo e stampa. Non vedeva di buon occhio la mia passione per la radio. Un giorno, a seguito di una accesa discussione, gli dissi che un giorno sarei diventato qualcuno nell’azienda dove era un anonimo numero di matricola. Sai, di quelle cazzate che si fanno a sedici anni e di cui non basta una vita per pentirsene. Arrivò un pizzone. Meritatissimo. Lo ferii gratuitamente e stupidamente. Non ci parlammo per molto. Anche se non era laureato aveva capito tutto della vita. Peccato non averglielo detto ma queste sono cose che si capiscono sempre troppo tardi. Mi basta aver avuto il tempo giusto per l’ultimo saluto. Quando misi a posto le sue cose, trovai una cartella con tutti gli articoli che parlavano di me. Non era abituato a dare soddisfazione. Ora posso dire che quella sfida è stata vinta ma ha un retrogusto amaro. E penso a De Crescenzo che canta “volevo il mondo, ce n’ho fin quassù ma che mi manca, manchi tu”

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