Massimo Giletti motiva il ‘no’ rifilato alla Rai: “Finita in cattive mani”

Massimo Giletti in giacca e cravatta fa il segno della pace

Massimo Giletti è pronto a tornare in tv con Non è L’arena

Con le vacanze quasi finite, man mano torneranno anche le trasmissioni andate in onda nella passata stagione. Ai microfoni di Tvblog, rilascia una lunga intervista Massimo Giletti , rimasto alle dipendenze di La7 con il talk show informativo Non è L’arena. Questa estate la definisce intensa, sebbene abbia prevalso in lui il desiderio di isolarsi da un mondo rumoroso. In fondo ama le proprie solitudini. Al ritorno, Massimo Giletti si prepara con grande passione, non dando mai nulla per scontato.

La crisi del terzo anno

Il terzo anno sarà difficile ma stimolante. Infatti, la domenica sera è diventata il giorno clou della tv italiana: concorrerà con fiction seguite, colleghi come Fabio Fazio e Barbara D’Urso che registrano numeri straordinari, il calcio con i suoi appuntamenti imperdibili. Insomma, un tempo c’era esclusivamente l’Angelus del papa, mentre oggi:

“Siamo pieni di cardinali e badesse”

Per quanto lo riguarda, Massimo Giletti farà il prete di periferia, con pochi mezzi ma decisamente coriaceo. Ma comunque, mette le mani avanti: con ogni probabilità non ripeterà i miracolosi numeri dell’ultimo biennio, concluso al 7%. Non ha lasciato l’emittente perché è legato da una profondo rapporto con Urbano Cairo, sentiva una Rai particolarmente confusa e chi fa informazione non solo dovrebbe essere libero, ma andrebbe pure difeso e sostenuto nelle inchieste.

A viale Mazzini ci sarebbero scontri sotterranei, da sempre, la difficile quotidianità con cui convivere. Non si coltiverrebbe il proprio orticello ma l’unico pensiero andrebbe a come battere il diretto concorrente. Eppure, nonostante tutto, il servizio pubblico va avanti alla grande perché – spiega – tanti professionisti preparati e per bene mettono tutto sé stessi.

Massimo Giletti condanna le troppe libertà ai politici

Massimo Giletti concorda sul pensiero espresso da Giancarlo Leone, sul porre limiti ai politici e dare sonanti no. Con Leone ha lavorato benissimo, come in precedenza con Del Noce e Mazza. Tutti i precedenti capi, pur provenendo da una differente corrente politica, non avevano a cuore i politici di turno, bensì il prodotto e il professionista che ci lavorava. Mentre Mario Orfeo avrebbe ragionato diversamente. Il rispetto, a detta del giornalista, bisogna guadagnarselo con i comportamenti e con le scelte, senza timore. Di Mediaset rispetta molto Piersilvio Berlusconi, sapendo bene che non è semplice sostituire padre ingombranti, Maria De Filippi e Neri Parenti: pur opposti, vivono in una parallelismo innegabile. La solitudine dei numeri primi.