Matteo Salvini sul successo di De Lellis e Ferragni: “Nessuno ha diritto…”

Matteo Salvini

Matteo Salvini commenta i successi di Giulia De Lellis e Chiara Ferragni

Dopo Live – Non è la D’Urso, coinvolto di un duello verbale con Alba Parietti e Asia Argento, stavolta Matteo Salvini si dà alla radio, ospite nel programma I Lunatici, condotto da Roberto Arduini e Andrea di Ciancio su Rai Radio 2.

Il segretario federale della Lega ed ex vicepremier affronta temi politici, tra cui l’accordo di Malta sulla redistribuzione dei migranti, ma soprattutto commenta la partecipazione al programma di Barbara D’Urso domenica scorsa e, successivamente, i successi editoriali e cinematografici di Giulia De Lellis e Chiara Ferragni.

È pace con Asia Argento

Nella giornata di lunedì Salvini e la Argento hanno cementato la pace con un selfie. A riguardo, l’attuale compagno di Francesca Verdini è felice di aver intrattenuto un dibattito con una persona in disaccordo ma incline nel chiedere scusa per aver scritto: “Salvini merda”.

Se commetti uno sbaglio, spiega Matteo Salvini, basta chiedere scusa e “amici come prima”. Dopodiché si sofferma sulle sorti del suo Milan e sulla stracittadina persa. Prima finge che non si sia mai giocata e nemmeno sia partito il campionato.

Sarebbero ancora in piena campagna acquisti. Poi, tornando più serio, ammette: qualcosa evidentemente non va. Se cambiano i giocatori, l’allenatore, ma i risultati sono gli stessi allora il problema è ai piani alti. E fa un paragone: se non hai un progetto chiaro in testa, poi ne esce il governo PD-M5S o il Milan sconfitto nel derby. Non è possibile per Matteo Salvini cambiare idea ogni due settimane.

Matteo Salvini: trecciata velenosa alla sinistra

Ma la frecciata più velenosa, il leader della Lega commenta i successi di Giulia De Lellis in libreria e di Ferragni al cinema. In merito, l’ex ministro degli interni si è definito detto nessuno per giudicare chi ha diritto di scrivere un libro o girare un film. È un po’ come contestarlo per aver accettato di parlare negli studi della D’Urso.

Se uno scrive un libro e qualcuno lo compra, ha fatto bene a scriverlo. Analogamente, se qualcuno fa un film e non è un regista frequentante i centri sociali, possiede la tessera del Partito Democratico da 20 anni e realizza film multi di scarsa comprensibilità ai più, è doveroso lasciarglielo fare. Non è vero che – conclude con “fortunatamente” – solamente a sinistra sanno come scrivere libri e fare film.