C’è chi il cane ce l’ha, e lo tiene in casa, e c’è chi lo fa. Letteralmente. Sono gli uomini-cane, ovvero i transspecies, uomini che non cambiano genere ma cambiano razza e nella fattispecie scelgono quella ‘canina’.
Ad occuparsi per primo di questo fenomeno è stato un documentario andato in onda nel 2016, su Channel 4, canale televisivo del Regno Unito, è andato in onda un documentario intitolato “Secret Life of the Human Pups”; i protagonisti erano i membri di una comunità molto particolare sorta negli ultimi anni in un certo ambiente della sottocultura britannica.
“La Vita segreta dei cuccioli umani”, come riporta il quotidiano The Guardian, ha raccontato infatti la storia della comunità degli “uomini-cane”, un movimento, che oggi conta ben 10mila persone, sorto inizialmente all’interno dell’ambiente del sadomasochismo omosessuale e diffusosi rapidamente negli ultimi quindici anni attraverso la facilità di comunicazione resa possibile dall’avvento di internet.
I membri di questa bizzarra e folle comunità tendono ad essere di sesso maschile e generalmente omosessuali, amano vestirsi con costumi integrali di pelle che li facciano prendere le sembianze di cani, godono nell’assumere comportamenti e atteggiamenti “animaleschi”, come farsi accarezzare a pancia in su, afferrare i giocattoli con la bocca, mangiare a quatto zampe nelle scodelle e hanno spesso una relazione sessuale con i loro “padroni” umani.
Nel documentario tv si vede Tom, alias “Spot”, uno degli uomini-cane intervistati, affermare che per lui scegliere di trasformarsi in un animale significa semplicemente tornare a uno stadio primordiale e più libero: “Non devi preoccuparti dei soldi, del cibo o del lavoro. Ti godi semplicemente la compagnia di una persona”, ovvero la compagnia del proprio padrone. In un’altra scena del filmato si vedono due cuccioli (umani) attraversare Londra fingendo di fare pipì su pali della luce per aumentare la consapevolezza della propria identità ed altri uomini-cane “zompettare”, abbaiando e scodinzolando le loro code meccaniche.
Tom, l’uomo-cane precisa come la scoperta di questo “gioco da cucciolo” sia avvenuta in maniera graduale. Sapeva che gli piaceva dormire con un collare al collo e provava un sentimento feticista per l’abbigliamento aderente in gomma di Lycra, ma è stato l’acquisto su E-bay di un costume da cane dalmata ad aprirgli le porte di questo nuovo inesplorato mondo. L’episodio chiave è avvenuto in un locale sadomaso – racconta Tom – quando vestito con il suo costume da dalmata venne avvicinato da un uomo che gli sussurrò: “Oh, bene, quindi tu sei un cucciolo”.
Una dichiarazione che si è rivelata per lui “illuminante” e che lo ha portato in breve tempo a rompere i rapporti con la sua ex fidanzata Rachele e ad instaurare una relazione gay con Colin, il suo nuovo padrone. Questa “è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso” – rivela Tom – “poi ho avuto un momento di panico, perché un cucciolo senza un collare è un randagio; non ha nessuno che si prenda cura di lui. Così ho iniziato a chiacchierare on-line con Colin che si è offerto di prendersi cura di me.
E’ una cosa triste da dire, ma non c’è amore dentro di me per Colin, ma quello che ho ottenuto è qualcuno che è lì per me e sono felice di questo“.
Il “gioco da cucciolo” è una fuga dal mondo reale, rappresentando per lui una sorta di “seconda vita”, lontano dalla monotonia e dalla normalità di tutti i giorni – spiega David, uno scrittore che lavora nel mondo accademico -.“E’ così totalmente non verbale (…) E’ pre-razionale, pre-cosciente. Si tratta di uno spazio emotivo istintivo.
Ma all’interno di ogni cucciolo c’è una persona. Questo fa parte della mia identità, ma è solo una parte. Ma poi c’è altro nella mia vita: sono anche vegetariano, suono il pianoforte, coltivo pomodori… Posso stare anche mesi senza giocare a fare il cane”.
David spiega come l’attrazione e i rapporti tra gli uomini-cane ed i loro padroni sono uguali a quelli esistenti nella realtà tra i cani e i loro padroni. Uomini-cane e padroni sono tra loro dei “fedeli compagni” e ogni uomo-cane è geloso e protettivo nei confronti del suo amato padrone:
“Alcuni cuccioli sono soli, ovviamente, ma per me l’identità cucciolo si concentra sul legame tra me e Sidney, il mio padrone. Sono stato al suo collare per 10 anni. Se qualcuno gli si avvicina ringhio come un piccolo bull terrier”.
Nonostante la pratica degli uomini-cane sia solitamente caratterizzata sessualmente e inserita in ambienti gay, una delle persone intervistate cerca di prendere le distanze da tale rappresentazione, sottolineando come al suo “branco”, composto da ben nove cani, piaccia semplicemente giocare e stare insieme al proprio padrone.
La comunità degli uomini-cane teorizza e rivendica la transizione di specie, con il passaggio dall’uomo all’animale, negando, in una visione antispecista, l’esistenza di una specie umana distinta da quella animale. Tom invita ad accettare e comprendere la loro identità come è stato già fatto con tanti altri modelli fuori dalla “norma” a cominciare dalla comunità LGBT:
“Tutto quello che voglio è che la comunità dei cuccioli sia accettata nella stessa maniera. Non stiamo cercando di causare dolore al pubblico, o di causare dolore ai rapporti. Siamo proprio come qualsiasi altra persona sulla strada”.
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