Attentato a Maurizio Costanzo, dopo 26 anni si scopre perché fallì: “Gli stop”

Dopo 26 anni la verità sull'attentato di Via Fauno

Circa 26 anni fa, il conduttore e giornalista Maurizio Costanzo rischiò di essere vittima di un attentato di stampo mafioso. Tutti sanno benissimo che il marito di Maria De Filippi ha sempre lottato contro la criminalità e si è sempre esposto su questo fronte. Proprio per tale ragione, un bel po’ di anni fa rischiò la vita.

In quella occasione, però, qualcosa andò storto e l’auto che sarebbe dovuta esplodere, causando la morte sia di Costanzo e sua moglie, sia dell’autista, non esplose. A distanza di 26 anni, l’autista in questione ha appreso la verità. A quanto pare, il peggio non è accaduto grazie agli stop della vettura che guidava.

Il racconto dell’attentato a Maurizio Costanzo e sua moglie

Alcuni clan mafiosi organizzarono un attentato ai danni di Maurizio Costanzo. Il giornalista, infatti, sarebbe dovuto rimanere colpito da un’esplosione all’altezza di Via Fauno. Dopo averlo pedinato per un po’ di tempo e studiato i suoi movimenti, gli attentatori misero un ordigno all’interno di una vettura. Essa fu situata proprio nella via che il conduttore faceva ogni volta che tornava dalle registrazioni del suo programma.

Nel momento in cui Costanzo e sua moglie si fossero trovati in quel punto, i malintenzionati avrebbero azionato il detonatore facendoli morire. L’autista che era alla guida della macchina dei due vip, ha raccontato che stava percorrendo quella strada ad una velocità di circa 60 km/h. Ad un certo punto tutta la zona fu inondata dal buio e tutti incominciarono a gridare e scappare.

L’autista svela per quale ragione l’attacco a Via Fauno fallì

Maurizio Costanzo si rese subito conto della verità e comprese l’entità dell’attentato, la De Filippi, invece, pensò in prima ipotesi ad un black-out. Ad ogni modo, cos’è che andò storto? All’inizio, la polizia aveva ipotizzato che gli attentatori si aspettassero una vettura diversa, dato che Costanzo aveva due autisti differenti. A distanza di anni, però, pare sia emersa la verità.

Il segnale che i malintenzionati avrebbero dovuto cogliere per azionare la bomba erano gli stop della vettura, segno che l’auto fosse ferma. L’autista, però, nel girare l’angolo di Via Fauno levò semplicemente il piede dal gas e l’auto rallentò senza necessitare di azionare i freni. Questo dettaglio pare abbia mandato in confusione gli attentatori.