Francesca Michielin ripiomba nel mercato musicale con un nuovo singolo, Cheyenne, con Charlie Charles alla produzione e Mahmood assistente in fase compositiva. Un pezzo di natura romantica, nostalgica e contradditoria, che sotto la superficie cela un cuore ballabile.
Sul suo lavoro discografico, la cantautrice e polistrumentista racconta come quello ora lanciato costituisca l’apripista di un progetto basato sul dialogo/scontro tra la natura e un contesto urbano. La rappresenta nello spostamento dal suo luogo di origine a una grande città.
È passato un anno e mezzo dalla pubblicazione di 2640, il disco precedente, e Francesca Michielin propone un pezzo preludio all’ambizioso progetto discografico atteso in primavera. Nel frattempo, ha studiato parecchio, sia a livello teorico per portarsi avanti con gli esami al conservatorio, sia sul campo, recandosi a numerosi festival.
Forte di tre album già pubblicati, l’artista torna alla ribalta con una canzone totalmente inedita che ne sincera ancora una volta la grande poliedricità e inclinazione nello sperimentare, riconfermandola una delle esponenti più complete ed interessanti dell’attuale generazione.
Il prossimo lavoro è legato al precedente attraverso un sottile trait d’union, infatti Francesca Michelin, concluso 2640, aveva iniziato un tour nei club, mettendosi in discussione pure attraverso sonorità urban, tanto da inserire in scaletta Monster, la hit di Kanye West.
E Kanye West – ammette – è esattamente la chiave. Quando si è adoperata sulle nuove tracce ha fatto un lungo processo di introspezione per stabilire cosa la facesse stare meglio e quel brano le ha spalancato gli occhi su ciò che ama fare. Pertanto, nel prossimo disco Francesca Michielin sta sperimentando anche nella scrittura di test.
In Cheyenne la sua voce si fonde magicamente alle sonorità di Charlie Charles, i vocalizzi tribali al pianoforte e i tappeti di archi alle percussioni digitale. La 24enne racconta la nostalgia dei ricordi, scatenanti emozioni quando associati alla vita.
L’illusione di aver vissuto qualcosa di importante, prima che scompaia senza lasciare traccia. È una canzone che – conclude – non possiede una vocalità particolarmente fitta e serrata. Ma in ottica testuale è decisamente fluida,
“è come un fiume in piena”
Ad oggi uno dei pochissimi pezzi che Francesca Michielin ha scelto perché sentiva fosse molto nelle proprie corde.
Mentre ancora qualche mese separa dall’album, previsto in primavera, la cantautrice è pronta a riprendere gli impegni live. Il 20 settembre 2020 si esibirà per la prima volta sul palco del Carroponte, il tempio della musica urban vicino a Milano.
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