Gabriele Di Bello: il segreto del ragazzo down di Ognuno è Perfetto? Una grande madre

Gabriele Di Bello
Gabriele Di Bello

La madre di Gabriele Di Bello, il ragazzo protagonista a Ognuno è Perfetto, racconta il figlio

Questa sera andrà in onda la quinta puntata della fiction Ognuno è Perfetto su Rai Uno. Protagonisti Edoardo Leo, Cristiana Capotondi e una piacevolissima scoperta: Gabriele Di Bello. Una meravigliosa rivincita anche contro quei medici poco empatici, che, racconta mamma Anna Rita all’Agi, profetizzarono loro tempi bui.

Come il primo pediatra, reo di liquidarli in fretta. Senza nemmeno visitare il piccolo, sottolineò le difficoltà affrontate da “questi bambini” (parole sue). Dopo l’incontro Anna e suo marito presero una decisione: nonostante tutto, avrebbero educato il figlio come Simone, il primogenito.

Oggi Gabriele suona, balla, brilla nello sport (bronzo alle Special Olympics di Abu Dhabi) e pure a scuola. Inoltre, è fidanzato ed ha un lavoro a tempo indeterminato in un fast food, portato avanti insieme agli impegni attoriali.

Famiglia progressista

Ai microfoni la signora esprime felicità di vedere il figlio in prima serata. Il successo di Gabriele Di Bello le riempie il cuore, pure perché prova la validità dell’approccio vincente avuto. E hanno tentato di fargli avere un rapporto sereno con sé stesso, facendo sì che si riconoscesse e riconoscesse la particolarità in altri bambini, legandola a qualcosa di positivo.

L’approccio alla recitazione fu casuale. Cinque anni fa lo coinvolsero per interpretare la docufiction di Raitre Hotel sei stelle, dove un gruppo di ragazzi Down veniva accolto in un percorso formativo presso una struttura alberghiera.

È lì che ha conosciuto la fidanzata Alice. Dopodiché si è iscritto a un corso di teatro, reputandolo però un passatempo, infatti Gabriele ha sempre pensato soprattutto al lavoro. Sogna di aprire un suo ristorante, sulle orme del fratello.

Gabriele Di Bello: il rapporto con la sindrome di Down

Quando aveva solo sette anni passò un brutto momento. Sulla via del ritorno a scuola si disse innamorato di una bimba ma, corteggiandola pure un altro, non sarebbe stato preso in considerazione perché, sottolineò,

“io ho la sindrome di Down”

A trasmettergli autostima ci pensò la stessa bambina, dicendogli che era troppo piccola per fidanzarsi, ma in quel caso avrebbe scelto lui perché quell’altro era antipatico.