Checco Zalone: “Io razzista? Se dicessi certe cose mi arresterebbero”

Checco Zalone risponde alle accuse per il trailer di Tolo Tolo
Checco Zalone

Checco Zalone: l’attore e regista pugliese risponde alle critiche ricevute dopo il trailer del nuovo film in uscita Tolo Tolo

Esiste un limite a tutto. Checco Zalone è finito nelle ultime settimane al centro di innumerevoli critiche, dopo il controverso trailer del nuovo film Tolo Tolo, in uscita il 1° gennaio 2020. Finora l’attore (e debuttante regista) aveva preferito evitare di intervenire sulle accuse ricevute. Silenzio però oggi infranto.

Una settimana e il grande pubblico potrà assistere nelle sale alla quinta opera di Checco Zalone. Il trailer c’è, la colonna sonora pure. Peccato che manchi… il film. Pietro Valsecchi, produttore dell’ultima fatica cinematografica, ha sganciato la clamorosa confessione durante un’intervista radiofonica a RTL 102.5: la pellicola è ancora in fase di post-produzione.

Riusciranno a rispettare le tempistiche? Nei preparativi finali filerà tutto per il verso giusto? I fan di Checco Zalone indubbiamente se lo augurano anche perché da quattro anni manca nelle sale.

La psicosi del politically correct

I risultati al botteghino di Checco Zalone sono sempre andati in crescendo. Si saprà superare pure in questa occasione? Di sicuro in molti discutono sulla colonna sonora Immigrato. Contattato dal Corriere della Sera, Zalone esprime delusione: “Purtroppo non si può dire più nulla”.

Laddove riproponesse delle imitazioni di un decennio fa, tipo quella di Giuliano Sangiorgi, probabilmente – aggiunge – lo arresterebbero. Oggi gli è impedito di scherzare come faceva ad esempio su Tiziano Ferro o gli omosessuali. L’unica cosa atroce consiste secondo il comico pugliese nella psicosi del politicamente corretto. Puntualmente sempre qualche comunità, o gruppo di interesse, è pronto ad offendersi.

Checco Zalone: le scuse ai foggiani e calabresi

Esclude che qualcuno sia talmente stupido da crederlo razzista. Non lo è manco verso i salentini, che per loro baresi costituiscono i veri terroni. E manco verso i foggiani, sebbene in tanti di loro si siano risentiti per un pezzo cantato da Fiorello, “La nostalgie de bidet”.

Poiché l’occasione glielo permette chiede umilmente scusa ai foggiani. Lo giura: non pensa che appartengano a una razza inferiore. E chiede scusa in anticipo pure ai calabresi, per una terribile battuta pronunciata su Vibo Valentia.