Mattia Mingarelli: tracce di sangue nel rifugio in cui andò a bere

È passato circa un anno dalla morte di Mattia Mingarelli, l’agente di commercio comasco svanito nel nulla nei boschi della Valmalenco (Sondrio) il 7 dicembre 2018. Il cadavere del 30enne venne ritrovato la vigilia di natale dello stesso anno. Elisa, sorella dell’uomo, ha deciso di rompere il silenzio.

Come si legge dal settimanale Giallo, che ha riportato le precise dichiarazioni della ragazza, la sorella di Mattia ha detto che lei e la sua famiglia non si arrendono: vogliono giustizia. Secondo Elisa e i suoi familiari, fu di omicidio. Per loro, Mattia non fu vittima di uno sfortunato incidente. Elisa ha concluso dicendo che lei e i suoi cari continueranno a cercare la verità, anche in caso di archiviazione del caso da parte dei giudici.

Mattia Mingarelli: trovate tracce di sangue nel rifugio in cui prese un aperitivo

Elisa, sorella di Mattia Mingarelli, ha paura che la procura archivi l’inchiesta riguardante il fratello, in quanto finora le indagini non hanno portato a risultati importanti. Tuttavia, un elemento importante è stato scoperto recentemente.

Si attendono novità sulle analisi relative ad alcune tracce di sangue trovate nel rifugio in cui Mattia, prima di morire, si fermò a bere un aperitivo. L’albergo in questione è il Barchi sito in località San Giuseppe. Il titolare della struttura è Giorgio Del Zoppo. Questi è stato l’ultimo a vedere Mattia Mingarelli prima della sua scomparsa.

Il cane tornò in paese senza il suo padrone

Mattia giunse a Valmalenco la mattina del 7 dicembre 2018. L’uomo aveva portato con sé il suo fedele cane Dante. L’agente di commercio aveva preso in affitto una baita, in cui lasciò i bagagli per poi uscire e andare a mangiare presso il rifugio “La Gusa”, la cui titolare è Graziella Polattini. Dopo aver mangiato, Mattia riferì alla signora Polattini che sarebbe tornato per l’ora di cena, andandosene. Il 30enne e il cane percorsero un sentiero che porta al Lago Palù. Lungo il tragitto, Mingarelli si fece un selfie, pubblicandolo su Instagram.

Intanto, stava scendendo la sera. Mattia entrò nel rifugio Barchi e chiese al proprietario dell’albergo, Giorgio Del Zoppo, se fosse disponibile una camera in vista del capodanno. Questa almeno è stata la versione di Del Zoppo.Dopo di ciò, Mattia si incamminò su un altro sentiero e di lui si persero le tracce. Il cane tornò in paese di notte, senza il padrone. Il cadavere del giovane venne ritrovato 17 giorni dopo, il 24 dicembre, da 2 escursionisti.