Nonostante abbia scelto il nome Francesco non per emulazione del Santo che parlava con i lupi e gli uccellini ma per dedizione al fondatore dell’ordine dei Gesuiti di cui anche lui fa parte, l’attuale Pontefice ha rilasciato alcune dichiarazioni che aprono alla prospettiva di un paradiso anche per gli animali.
“Tutto il Creato sarà liberato ed entrerà nella gloria dei figli di Dio. Anche gli animali”.
Dello stesso avviso anche Papa Giovanni Paolo II che aveva dichiarato che anche i nostri amici a quattro zampe erano portatori di un soffio divino, in quanto creature volute e generate dall’Onnipotente. Francesco durante l’udienza di due giorni fa nella quale si affrontava il tema della vita e della morte, ha dunque ribadito un’apertura importante nella concezione che la Chiesa ha degli animali come creature di Dio, già palesata, come cita lui stesso, addirittura da San Paolo, il quale vedendo un bambino piangere per la morte del suo cagnolino, lo rassicurò garantendoli che l’avrebbe rivisto un giorno in paradiso.
E non c’è da stupirsi troppo, invece, nel ricordare le diverse opinioni di Benedetto XVI, Papa più conservatore e tradizionalista, il qual poneva una sostanziale differenza tra essere umano e animali nell’aldilà: per questi ultimi morire significa solo finire l’esistenza sulla Terra; per gli uomini invece significa rischiare di essere dannati per sempre. E se da una parte ci si sente sollevati a constatare che anche per la Chiesa tradizionalista gli animali sono creature senza peccato, dall’altra non si può non pensare che del resto, per moltissimi animali l’inferno è già qui sulla Terra, nelle innumerevoli torture che subiscono ad opera degli uomini a immagine e somiglianza del divino.
Non è la prima volta che Papa Francesco balza alle cronache per dichiarazioni legate al mondo animale; ma se il tanto clamoroso invito del Pontefice a non mangiare carne di agnello e capretto a Pasqua, comparso sul sito della Lav, non è mai stato confermato e non risulta ufficiale, questa apertura della Chiesa sul paradiso anche per gli animali è stata dichiarata nel corso di un’udienza ufficiale e quindi non può essere minimizzata. Ma attenzione, però, anche a non ingigantirne il significato. La Chiesa, nelle parole della sua guida, si limita a constatare che tutte le creature senza peccato nate dall’amore divino, convergeranno in una sorta di Eden nel quale verranno liberate e accederanno al Creatore. E tutto ciò si basa sulla constatazione che tale liberazione e grazie non può che essere riservata a tutto il creato nel suo insieme, poiché tutto scaturito dall’amore e dal pensiero divino. Non saranno idee rivoluzionarie e da Fronte Animalista ma sono certamente un grande passo avanti per una nuova consapevolezza e rispetto degli esseri viventi al di là dell’uomo.
Non ci resta che una domanda, la risposta alla quale interesserà certo animali come mucche, maiali, pesci e pecorelle: il paradiso dove tutti vivranno insieme, uomini e non, sarà un paradiso Vegan? Perché in caso contrario siamo sicuri che gli animali farebbero ben a meno di ritrovarsi anche nell’aldilà in compagnia dell’essere umano. Anche del più fervente cattolico, se amante delle costolette.
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