Sissy Trovato Mazza, i familiari: “Proveremo che non si è suicidata”

Patrizia, la sorella di Sissy Trovato Mazza, l’agente di polizia penitenziaria deceduta a Taurianova (Reggio Calabria) lo scorso 12 gennaio dopo due anni di agonia, non si arrende.

La donna ha dichiarato che lei e la sua famiglia continueranno a combattere per avere giustizia e comprendere cosa sia realmente accaduto alla povera ragazza. Sono ancora molti i misteri dietro la morte della 29enne. I  familiari non riescono ancora a farsi una ragione per quanto accaduto più di 3 anni fa alla loro amata Sissy.

Sissy Trovato Mazza: uccisa da un proiettile in ospedale

Sissy Trovato Mazza era in servizio quando una pallottola la raggiunse alla testa. La sorella Patrizia ha detto che in quel momento, la giovane stava espletando i suoi doveri professionali, come sempre. Dopo due anni di lotta tra la vita e la morte, Sissy è spirata il 12 gennaio dello scorso anno a Taurianova (Reggio Calabria).

Sono passati più di 3 anni da quando l’agente di polizia penitenziaria venne trovata in una pozza di sangue nell’ascensore dell’ospedale civico di Venezia, città dove prestava servizio. Era il 1 novembre 2016. La ragazza era stata ferita al capo. Gli inquirenti archiviarono la vicenda come suicidio.

I familiari: “Non fu suicidio”

I familiari di Sissy Trovato Mazza non credono alla versione del suicidio. Come riporta il settimanale Giallo, la famiglia della giovane ipotizza che un misterioso individuo sparò un proiettile alla testa della 29enne. Il dolore della sorella e dei genitori risiede nel fatto che questo fantomatico assassino l’abbia fatta franca finora.

Nelle ultime settimane sono state molte le iniziative di solidarietà alla memoria di Sissy Trovato. È passato un anno dalla sua morte e questa triste ricorrenza è stata caratterizzata da alcuni gesti davvero poco apprezzabili. Alcune colleghe della poliziotta, commentando dei post sui social in ricordo della ragazza, hanno espresso dichiarazioni a dir poco spietate nei confronti di Sissy.

Una collega della 29enne ha per esempio scritto che dal 1 novembre 2016 le altre poliziotte penitenziarie che lavoravano con la vittima sarebbero state diffamate, insultate e abbandonate. La donna ha proseguito insinuando che il sorriso di Sissy nelle varie foto in cui appare è falso, volto a mascherare non meglio specificati problemi personali e guai che avrebbe fatto mentre era al lavoro.