Food blogger: casalinghe annoiate o comunicatrici del cibo?

Nei giorni scorsi si è svolto a Siena, nella storica sede del Consorzio Agrario, il primo raduno dell’Associazione Italiana Food Blogger.

L’AIFB è nata, un anno fa, dal desiderio di dare un indirizzo ed un’identità a questa figura, ormai diventata un fenomeno diffusissimo in rete. Dal raduno è emersa, principalmente, la volontà di valorizzare ed evidenziare I fodd blogger (ci sono moltissimi rappresentanti del sesso maschile), come figura essenziale e basilare nella ricerca e studio del cibo, dei prodotti locali, della storia e della cultura che stanno dietro ogni piatto.

I food blogger, quindi, come “comunicatori del cibo”. Non sono chef, non sono gastronomi, non sono dietologi o alimentaristi, ma sanno un po’ di tutto. E, soprattutto, amano il cibo in tutti suoi aspetti. E’ una realtà sostanziosa, di cui bisogna prendere atto: i food blogger sono ormai dappertutto. Fanno da giudici nelle gare di cucina, partecipano alle più famose trasmissioni televisive, vincono contest e si esibiscono nei cooking-show.

Decidono le sorti di un prodotto: nel momento in cui uno di loro stabilisce che la pasta XXX o il tonno YYY non sono tra i migliori, almeno 5000 blogger, con il loro seguito di milioni di persone, decreteranno la loro fine. E l’impatto mediatico non è da sottovalutare, tant’è che, sempre più frequentemente, molte aziende propongono scambi pubblicitari ai foodblogger, del tipo: io ti mando un pacco dei miei prodotti, tu mi pubblicizzi sul tuo blog.

Niente di male, in tutto ciò, ma l’AIFB ha voluto dare ai food blogger una dimensione più alta. Non casalinghe annoiate, non smanettoni con la mania di protagonismo, che spacciano come “produzione home made” la crema di cioccolato o i quattro salti in tegame acquistati al supermercato, svilendo la categoria; bensì persone che del cibo hanno un concetto altissimo, persone che studiano e si informano, che partecipano e propongono e che hanno volontà di crescere e comunicare i veri valori del nostro nutrimento, e di tutto ciò che sta dietro e prima.

Nell’AIFB, quindi, si riuniscono i “comunicatori del cibo”. Gli altri, le casalinghe annoiate, gli smaniosi di protagonismo, i cuochi approssimati e, per questo, pericolosi, rimangano pure sulle piattaforme aggregatrici di ricette e visitate, purtroppo, da migliaia di inconsapevoli vittime della disinformazione alimentare.

Nell’ottica dell’approssimarsi di un evento importante quale l’EXPO 2015, il cui argomento portante è proprio il cibo, diventa sempre più evidente l’esigenza di dare un indirizzo preciso, una direttiva comune a chi della cultura del cibo ha fatto una passione.