Coronavirus, atterrati a Roma i 56 italiani provenienti da Wuhan

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A seguito della sempre maggiore diffusione del Coronavirus in Cina, sono partiti in nottata i 56 italiani che, in questi interminabili giorni, sono rimasti bloccati a Wuhan. L’aereo che li trasportava è atterrato all’aeroporto attorno alle 6 di questa mattina. Ma non tutti sono potuti partire. È giunta notizia, infatti, che un ragazzo è rimasto in Cina perché colpito dalla febbre.

Coronavirus, da Wuhan alla quarantena in Italia

Andranno in quarantena i 56 italiani che, a rischio Coronavirus, sono arrivati stamane a Roma. Tra loro manca un ragazzo di 20 anni rimasto a Wuhan perché febbricitante. Ma non è l’unico italiano sul posto a mancare all’appello. Pare, infatti, che altre 10 persone abbiano deciso, spontaneamente, di non lasciare la Cina.

Una volta a terra, i passeggeri del volo proveniente dalla Cina sono stati sottoposti ad un ennesimo screening a cui segue, nell’immediato, la quarantena. I nostri connazionali trascorreranno un periodo minimo di 14 giorni all’interno del centro sportivo dell’esercito della Cecchignola, poco distante dalla capitale.

Durante i controlli, coloro che dovessero risultare contagiati dal Coronavirus verranno isolati in un’apposita incubatrice, sempre alla Cecchignola. Previsti, invece, trasferimenti allo Spallanzani solo per i casi che dovessero rivelarsi più gravi.

Elevati standard di sicurezza

Altissimi i livelli di sicurezza previsti per questa delicatissima permanenza dei nostri connazionali all’interno della Cecchignola. Un particolare protocollo verrà utilizzato anche per l’alimentazione. I cibi verranno serviti in una vaschetta monoporzione che, una volta vuote, verranno poste dagli stessi utilizzatori in un’apposita busta che verrà poi smaltita come rifiuto speciale.

Verrà impedito ai 56 italiani appena rientrati da Wuhan di entrare in contatto con i familiari rimasti in Italia. Se, infatti, dovessero esserci persone contagiate dal Coronavirus, i parenti potrebbero essere, a loro volta, contagiate.

Il virus si diffonderebbe in maniera veloce ed incontrollata. Una scelta difficile quella di non poter vedere e abbracciare i propri cari. Ed è proprio per questo che i nostri connazionali verranno seguiti, oltre che da medici specializzati, anche da uno psicologo che possa aiutarli a superare questo momento.

La speranza è che non vi siano contagiati e che l’incubo di queste 56 persone finisca presto.