Tommaso Onofri, la madre: “Se liberano Alessi mi incateno”

Paola Pellinghelli
Paola Pellinghelli

Paola Pellinghelli, madre del piccolo Tommaso Onofri, ha pronunciato parole cariche di disperazione nel corso di un’intervista al settimanale Giallo. La donna ha ricordato di come la legge ha concesso la libertà ad Antonella Conserva e già teme per un ipotetico permesso premio anche nei confronti di Mario Alessi, l’assassino materiale della povera creatura.

Paola ha dichiarato che, nel caso in cui dovesse accadere, sarebbe pronta ad incatenarsi in segno di protesta. La donna non sa se una sua protesta possa servire a qualcosa, ma come madre non potrebbe di certo tacere. Paola Pellinghelli desidera che Alessi rimanga in prigione per tutta la vita.

Tommaso Onofri: il rapimento

Tommaso Onofri aveva solamente 17 mesi quando venne rapito e barbaramente ucciso da Mario Alessi il 2 marzo del 2006. Il delitto si consumò a Casalbaroncolo, in provincia di Parma. Nessuno scrupolo, nessuna pietà per quell’esserino indifeso. Alessi conosceva bene l’abitazione della famiglia Onofri, in quanto aveva precedentemente lavorato come muratore alla ristrutturazione dell’immobile.

Il criminale organizzò un sequestro di persona ai danni di Tommy con la collaborazione della compagna Antonella Conserva e di Salvatore Raimondi, pregiudicato con un passato da pugile. Obiettivo dell’associazione a delinquere andatasi a creare era chiedere un ricco riscatto ai coniugi Paolo Onofri e Paola Pellinghelli, genitori del bimbo.

Il barbaro omicidio di Mario Alessi

Tuttavia, nel corso del rapimento, qualcosa andò storto. Dinanzi al pianto disperato del piccolo Tommaso Onofri, Mario Alessi perse la pazienza, uccidendo il bimbetto senza alcuna pietà. Il tribunale condannò il muratore all’ergastolo, mentre a Salvatore Raimondi e Antonella Conserva toccarono, rispettivamente, 20 e 24 anni di carcere.

È d’uopo precisare come tutti e tre stiano tutt’ora scontando le loro pene. Tuttavia, negli ultimi tempi, la compagna di Alessi ha beneficiato di un permesso premio, uscendo dal carcere.

Anche Raimondi avrebbe potuto usufruire di tale opportunità, ma ha rifiutato di sua volontà. Nel 2013, l’uomo scrisse in una lunga lettera di non aver accettato il permesso premio in nome del “senso di colpa” e della “dignità”. Un’eventuale libertà, anche temporanea, non sarebbe stata giusta nei confronti della mamma di Tommaso Onofri a detta dell’ex pugile.