Coronavirus, sono 35 gli italiani sulla nave da crociera bloccata in Giappone

Diamond Princess bloccata dal Coronavirus

Il temuto Coronavirus continua ad espandersi. Sono migliaia i contagiati ed oltre 500 i morti. Nelle ultime ore la Farnesina ha confermato che sulla nave da crociera Diamond Princess, bloccata in Giappone proprio a causa del virus, ci sono 35 italiani. La nave si trova nel porto di Yokohama dove è stata posta in quarantena perché uno dei passeggeri è risultato positivo ai test.

La quarantena della Diamond Princess per Coronavirus

La Diamond Princess si trova nel porto di Yokohama da martedì scorso. Attualmente vi sono a bordo un totale di 20 persone i cui test sono risultati positivi. I passeggeri che sono stati, fino a questo momento, sottoposte ai test sono in tutto 273.

Si tratta di persone che hanno avuto un contatto, più o meno ravvicinato, con le persone già risultate positive e che, dunque, avevano maggiori possibilità di risultare positivi al terribile virus. Meno del 10% di loro, comunque, è stato contagiato. I passeggeri a bordo sono, in totale, 2.666 di cui più o meno 1.300 provengono proprio dal Giappone. I membri dell’equipaggio della Diamond Princess sono 1.045. Le persone coinvolte in questa quarantena sono, dunque, 3.711.

Fino a ieri era stato comunicato che il numero dei contagiati fosse pari a 10. Due di loro sono di origine australiana, tre di origine giapponese, tre di Hong Kong, un americano e un filippino (appartenente, quest’ultimo, all’equipaggio della nave). I casi, dunque, sono raddoppiati in 24 ore.

Coloro che risultano positivi al Coronavirus verranno, mano mano, sbarcati dalla nave e ricoverati all’interno di strutture ospedaliere del posto. Per gli altri è previsto un periodo di quarantena pari a 14 giorni.

Perché si è decisa la quarantena della Diamond Princess

La quarantena della Diamond Princess e dei suoi 3.711 passeggeri è stata decisa dopo aver riscontrato il primo contagio da Coronavirus in un passeggero di Hong Kong salito a bordo il 20 gennaio.

La compagnia ha tenuto a precisare che l’uomo, nei giorni in cui è stato a bordo della nave non ha mai contattato lo staff medico per segnalare la presenza di eventuali sintomi da contagio. I test, effettuati all’ospedale di Hong Kong il 1 febbraio, avevano riscontrato la presenza del virus nel paziente. Inevitabile, a questo punto, optare per la quarantena.