Morti rubando delle arance: uomo arrestato con l’accusa di omicidio

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carabinieri (foto d'archivio)

Due uomini sono morti rubando delle arance ed un terzo è rimasto ferito. L’episodio,avvenuto in Sicilia, ha avuto un risvolto dal punto di vista delle indagini. Gli inquirenti hanno infatti arrestato, un uomo, Giuseppe Sallemi, accusato di aver ucciso Massimiliano Nunzio Casella e Vincenzo Agatino Saraniti, e di aver ferito Gregorio Signorelli.

Morti rubando delle arance: l’arresto di Giuseppe Sallemi

Giuseppe Sallemi dovrà rispondere del duplice omicidio volontario di Massimiliano Nunzio Casella e Vincenzo Agatino Saraniti, gli uomini morti rubando delle arance. Il terzo invece è stato solo ferito. Ad aggravare il capo d’accusa anche il tentato omicidio e la detenzione illecita in un luogo pubblico di armi da fuoco.

Hanno indagato sull’accaduto le Procure di Siracusa e di Catania, dalle quali è giunta l’ordinza di arresto neinriguardi del Sallemi, ora in carcere. I fatti risalgono alla notte tra il 9 e il 10 febbraio scorso.

La dinamica dei fatti

A raccontare l’accaduto Gregorio Signorelli, giunto in ospedale nella notte del 10 Febbraio con ferite all’addome e al braccio sinistro. Palesate le escoriazioni tipiche di un’arma da fuoco, sono state allertate immediatamente le forze dell’ordine. Le autorità, recatesi al pronto soccorso hanno interrogato l’uomo il quale ha spiegato quanto accaduto.

È dunque emerso che insieme ad altri due uomini sira recato un una campagna posta tra i centri catanesi di Scordia e Lentini. Qui hanno cercato di rubare delle arance ma il proprietario di casa ha sparato contro di loro. E in effetti, recandosi sul luogo incriminato, le autorità hanno trovato i corpi senza vita di Massimiliano Nunzio Casella e Vincenzo Agatino Saraniti. I due sono morti per colpi di arma da fuoco.

La versione di Giuseppe Sallemi

Le autorità hanno quindi interrogato Giuseppe Sallemi, presso la sua abitazione. L’uomo non ha avuto remore a raccontare quanto accaduto. Aveva sparato contro tre persone dopo aver scoperto che questi stavano tentando di rubare le sue arance. Addirittura in tre lo avrebbero minacciato di morte, e per questo motivo ha sparato ad una 15ina di metri di distanza, sperando di spaventarli.

Gli inquirenti stanno ora indagando per cercare di ricostruire per bene la dinamica dei fatti. Alcuni elementi nei due racconti infatti non coincidono. Per ora comunque la relazione dell’esame autoptico ha smentito la versione del Sallemi. Stando a quanto riporta Catania Today, i colpi di fucile sono stati sparati a distanza ravvicinata, il che paleserebbe la volontarietà di compiere l’assassinio.