Napoli, detenuto si impicca nella sua cella: era accusato di stupro

Carcere di Secondigliano
Carcere di Secondigliano

Samuele Ciambriello, garante campano dei detenuti, ha reso noto un caso di suicidio, tramite impiccagione, presso la casa circondariale di Secondigliano (Napoli). La vittima è un uomo di 40 anni originario di Salerno. Si è tolto la vita nella sua cella.  Come leggiamo dal Mattino, il 40enne si trovava in carcere in attesa di giudizio per un’accusa di stupro.

Ciambriello ha esternato la sua delusione, affermando come ancora una volta un detenuto sia morto in carcere, “contravvenendo allo  spirito costituzionale dell’articolo 27” che rammenta della funzione rieducativa e di socializzazione del carcere. Ciambriello ha ricordato come anche in un luogo così “remoto” come una casa penitenziaria debbano comunque essere rispettati i diritti e la dignità dell’essere umano.

Napoli, nuova vittima in carcere: 40enne si suicida impiccandosi

Riguardo il caso del 40enne suicidatosi nel carcere di Secondigliano, in provincia di Napoli, Samuele Ciambriello ha dichiarato che quando un uomo muore “di carcere” o “in carcere”, tale evento è una sconfitta per tutti, tanto per gli operatori che lavorano ogni giorno per rendere le pene il più possibile umane, quanto per la politica.

Le nostre istituzioni, ha fatto capire il garante campano dei detenuti, hanno reso il carcere sempre più un luogo di esclusione sociale, una terra di nessuno. Secondo quanto espresso ancora da Ciambriello, bisognerebbe attuare un buon bilanciamento tra la garanzia di giustizia nei confronti delle vittima e la certezza della pena per chi ha sbagliato, con la necessità di rieducare i colpevoli per farli reintegrare nella società, una volta pagati i loro debiti con la giustizia.

Il recente caso di Benevento

Ad inizio febbraio, un detenuto di 18 anni aveva tentato il suicidio presso il carcere di Airola, in provincia di Benevento. Il giovanissimo aveva deciso di farla finita ingerendo un’altissima dose di ammorbidente. A salvarlo sono stati, infine, gli agenti della polizia penitenziaria che l’hanno soccorso prestandogli le prime cure.

Il ragazzo è stato fatto vomitare, venendo poi trasferito in ospedale dove i suoi parametri vitali sono stati stabilizzati grazie all’intervento dei medici. Prima di questo caso c’erano stati in passato altri tentativi di suicidio da parte di detenuti nel carcere di Airola.