Serena Mollicone, Tuzi disse: “Entrò in caserma e non ne uscì più”

Serena Mollicone
Serena Mollicone

Prima di suicidarsi nel 2008, il brigadiere Santino Tuzi fece un’importante dichiarazione riguardo Serena Mollicone. Come riporta minuziosamente il settimanale Giallo, il brigadiere affermò di aver visto la ragazza entrare in caserma alle 11:00. Era il l’1 giugno 2001.

Tuzi dichiarò di essere rimasto in servizio per diverse ore, fino alle 14:30, e di non aver mai vista uscire la studentessa. Questa testimonianza rappresenta, senza ombra di dubbio, un fondamentale indizio nei confronti dei cinque soggetti accusati per l’omicidio di Serena.

Stiamo parlando della 18enne scomparsa 19 anni fa. Il cadavere venne rinvenuto alcuni giorni dopo la sparizione nel bosco di Fonte Cupa, in località Anitrella. Il ritrovamento avvenne a circa 8 chilometri dal paesino in cui Serena Mollicone viveva, Arce, in provincia di Frosinone.

Serena Mollicone: chi sono gli indagati per l’omicidio della ragazza?

Ad essere accusati di concorso in omicidio nei confronti di Serena Mollicone sono il maresciallo dei carabinieri Vincenzo Quatrale, il collega Franco Mottola, la di lui moglie Annamaria e il figlio Marco. Come abbiamo però detto nell’introduzione, gli indagati sono precisamente 5. Il quinto imputato è infatti l’appuntato Francesco Suprano. Questi è chiamato a rispondere di favoreggiamento. Tuttavia, è bene soffermarci su quanto affermato, al suo tempo, dal brigadiere Santino Tuzi.

La difesa aveva chiesto di ignorare la testimonianza del militare al gup Domenico Di Croce. Voleva che la testimonianza di Tuzi venisse considerata “inutilizzabile” in aula. Il giudice però non ha accettato la richiesta. Ergo, le affermazioni del brigadiere Tuzi saranno normalmente tenute in considerazione da parte del magistrato, il quale dovrà decidere se rimandare a processo i 5 indagati, come richiesto dalla dottoressa Beatrice Siravo, pm della procura di Cassino.

Dichiarazioni non trascurabili

Le dichiarazioni di Santino Tuzi riguardanti le ultime ore di vita di Serena Mollicone sono state finora importanti per la ricostruzione dell’omicidio della ragazza. Il giorno in cui la 18enne scomparve, il brigadiere Tuzi era in servizio presso la caserma di Arce in qualità di piantone.

Udito dagli inquirenti, il militare affermò di aver visto la giovane studentessa entrare in caserma, ma di non averla più vista uscire da lì, stranamente. Tuzi non poté fare altro che annotare il nome di Serena Mollicone sul registro della caserma e qui entra in gioco un’altra grande anomalia: qualcuno cancellò, almeno parzialmente, l’annotazione con un bianchetto, come se ci fosse interesse ad occultare la presenza della giovane lì.