Ugo Russo, prima di morire aveva fatto un’altra rapina?

Ugo Russo
Ugo Russo

Vincenzo è il papà di Ugo Russo, il ragazzino di 15 anni ucciso a Napoli da un carabiniere 23enne. Prima di morire, il giovane avrebbe tentato di rapinare il militare. Il genitore di Ugo ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate dal settimanale Giallo.

L’uomo ha ammesso che suo figlio abbia sicuramente sbagliato con il suo gesto ed ha pagato con la vita il suo grave errore. Vincenzo Russo ha promesso di mantenere viva la memoria del figlio per salvare altri ragazzi napoletani. L’uomo ha dichiarato di aver appreso che suo figlio aveva un Rolex in tasca e che era stato autore di un’altra rapina. Il padre dell’adolescente ha però precisato come non ci sia nessuna denuncia al riguardo.

Ugo Russo, il padre: “La catenina era un regalo della sua fidanzata”

Il padre di Ugo Russo ha spiegato, inoltre, che la catenina ritrovata nelle tasche del figlio non l’aveva rubata, ma gli era stata regalata dalla sua ragazza. Anche il Rolex, a detta di Vincenzo, potrebbe essere appartenuto realmente a suo figlio. Ugo è stato ucciso la notte tra il 29 febbraio e il primo marzo scorso.

La notte in cui ha perso la vita, Ugo si trovava in sella ad una moto in compagnia di un complice, F.D.C., un ragazzo più grande di lui di almeno 2 anni. Anche il carabiniere che ha sparato ad Ugo, un giovane di 23 anni, è originario di Napoli. Il militare si trovava, in quel momento, alla guida della su auto, in compagnia della sua compagna.

Una rapina finita male

Il carabiniere aveva accostato l’autovettura sul ciglio della strada. A quel punto, Ugo Russo e il suo complice si sono avvicinati alla macchina. Il 15enne ha estratto una pistola giocattolo al finestrino del militare, intimandogli di consegnargli il Rolex che indossava, mostrandogli l’arma.

Ad un tratto, il carabiniere, fuori servizio, ha estratto la sua pistola ed ha sparato Ugo, uccidendolo. Seppur in sintesi, questa è la ricostruzione di quanto sarebbe accaduto. Le indagini proseguono, in quanto ci sono ancora molti elementi che non tornano. Ad esempio, non è dato sapere per ora a chi appartenessero realmente la catenina e il Rolex trovati nelle tasche della vittima.