Nicola Porro, “forse sono guarito dal coronavirus non ho più febbre” (Video)

Nicola Porro
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Nicola Porro: sensi di colpa per aver probabilmente contagiato qualcuno

Nicola Porro risultato positivo al coronavirus proprio in questi giorni ha cercato di raccontare attraverso le storie Instagram ai suoi follower come si sentiva e cosa ha vissuto sulla sua pelle. Il giornalista, conduttore tv ha raccontato che i sintomi che lui ha avuto prima di scoprire di avere contratto il coronavirus erano diversi da una semplice influenza.

Tanto per iniziare, l’influenza passa, invece tutto ciò che lui aveva diventava sempre più pesante e difficile da sostenere. Ciò che gli fa davvero male è vivere la censura sociale perché quando non può vedere nessuno.

Capisce però che è giusto così, che è giusto che la gente eviti più possibile qualunque tipo di contatto. Oltre questo si sente in colpa e a disagio perché sa di avere incontrato tante persone prima di scoprire il virus. Questo significa che le ha messe a rischio, ha creato loro una grande pasticcio senza volerlo e senza saperlo.

Nicola Porro, febbre alta, stanchezza e fatica

Nicola Porro aveva avuto 38/39 di febbre, la sera si sentiva malissimo, incapace a leggere, a vedere la TV. Tutto questo lo ha condotto ad avere diversi dubbi confermati poi con il tampone. Ora pensa di avere sconfitto il virus perchè sta molto meglio e non ha più febbre. Tutto grazie al riposo a casa ed alla tachipirina.

Al momento però si trova ancora a Roma in casa da solo e sia la moglie che i figli sono in Svizzera. E li dovrà restare ancora per un pò. In genere lui in questo periodo si trova in Svizzera come loro, ma questa volta ha perso un po’ più di tempo, è passato da Milano e poi anche da Roma dove è stato subito bloccato.

L’ultima volta che ha visto la sua famiglia è stato il primo marzo in occasione del suo compleanno. Lo rasserena sapere che i suoi amici non lo hanno abbandonato infatti gli portano delle cose che gli servono tutti i giorni. Per evitare di avere contatti gli lasciano tutto fuori davanti la porta e una volta andati via lui ritira.

L’appello ai politici ed alla regione Lombardia

Proprio attraverso le storie Instagram il giornalista approfitta per fare un appello verso la regione Lombardia ed i politici. Dice che essendo che il virus riguarda in gran parte la Lombardia ed in particolare tutti coloro che hanno già problemi di qualunque genere bisognerebbe agire più in fretta possibile.

Come? Rendendo solidi e sicuri i reparti di terapia intensiva e non solo le parti più importanti. Ad esempio mancano i ventilatori, mancano i posti letto, quindi perché non iniziare a fare qualcosa per evitare di toccare il fondo?

 Zuppa di Porro. A Milano mancano i posti in terapia intensiva e i giornali si trastullano con il trallalà delle canzoni sui balconi, mi sembra una cosa surreale. Per non parlare del progressista Merlo che si preoccupa su Repubblica che questo è il primo weekend senza weekend. Travaglio difende il suo Winston. E attacca Mieli che proprio oggi difende il governo. Nel frattempo questi cialtroni non permettono di costruire l’ospedale in Lombardia e sono riusciti a mandare 200.000 mascherine non solo in ritardo ma totalmente inutili alla regione di Galera e Fontana. Nel frattempo scopriamo che sono andate deserte le aste della Consip. Il Sole 24 ore dice che con questi prezzi si potrebbero scalare metà delle grandi aziende italiane. La borsa italiana recupera, così dicono i giornali, ma non è vero. Dall’inizio della crisi ha perso il 36%. Damascelli e il suo stupendo ritratto della signora Lagarde, da leggere. Hanno abolito Schengen e non ce l’hanno detto. Lorenzetto e la storia del manager che diventa barbone. #RassegnaStampa14Marzo

Gepostet von Nicola Porro am Samstag, 14. März 2020