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Napoli e il suo caffè sospeso

Siamo all’interno dello storico Caffè Gambrinus di Napoli, situato in Piazza Trieste e Trento. Uno dei tanti luoghi che raccontano la storia di una città, le sue tradizioni, i suoi colori.
E questo Natale, i proprietari del caffè hanno deciso di riportare in vita un’usanza speciale.

I titolari del Gambrinus, Antonio e Arturo Sergio, e alcuni clienti storici – fa sapere Francesco Emilio Borrelli dei Verdi – hanno scelto di donare il 25 dicembre a barboni, clochard e bisognosi, dei caffè pagati proprio il giorno di Natale. E’ così nata una nuova tradizione di solidarietà napoletana“.

Un rito, quello napoletano, che si pratica da tantissimo tempo all’interno di alcuni caffè della città. Quando un cliente entra in un bar ed è particolarmente felice, o quando vuole festeggiare qualche avvenimento importante nella propria vita, ordina un caffè e ne paga due. In questo modo, quando una persona bisognosa entra nello stesso bar può chiedere se c’è un caffè sospeso. Se la risposta è affermativa, la persona che non può permettersi una tazzina di caffè, ne riceve una come se fosse stata offerta dal cliente precedente.

È un caffè offerto all’umanità“, sottolinea Borrelli.

Secondo lo scrittore Riccardo Pazzaglia, è una tradizione, quella del caffè sospeso, che avrebbe origine dalle dispute che nascevano al momento di pagare il caffè tra amici, parenti o conoscenti incontrati al bar. Poteva così accadere che, tra una disputa e un’altra, si finisse per pagare un caffè che non era stato preso. In quel caso non si richiedeva il credito ma si lasciava, appunto, un caffè sospeso per uno sconosciuto che ne avesse bisogno.

Per ricordare una tradizione che mostra la grandezza della città di Napoli, lo scrittore Luciano De Crescenzo, nel 2008, ha raccolto una serie di articoli di giornali, aneddoti e pensieri intitolandoli Il caffè sospeso. Saggezza quotidiana in piccoli sorsi.

Il 10 dicembre 2011 la “Rete del Caffè Sospeso” ha istituito la “Giornata del Caffè Sospeso” con l’appoggio di diverse associazioni culturali.

Dal primo trimestre del 2012 l’organizzazione onlus 1 Caffè cerca di riproporre questa tradizione a scopo benefico e su base volontaria.

Una tradizione, un rito, un’usanza che, ancora una volta, mostra il calore del sud Italia. E, mai come questa volta, le parole di Luciano De Crescenzo, centrano il punto passando per il cuore:

“…E chi lo sa. Chi lo sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli“.

Gabriella Monaco

Amante dell'arte in ogni sua forma. Una vera passione, viscerale, per i telefilm, i libri, la letteratura, il cinema e la musica.

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