Come segnalare a Google un plagio del proprio sito

Come segnalare a Google il plagio dei propri contenuti
Nel 2014 Google ha introdotto un nuovo algoritmo, che consiste nell’attribuzione di un punteggio a ogni singolo sito Web. Uno dei valori incisivi della classifica è l’originalità dei contenuti e, a tal proposito, sono stati fatti grossi passi avanti in merito all’analisi di contenuti plagiati, cercando di arrivare alla penalizzazione di chi copia o plagia (scrapers).
Con il nuovo metodo di valutazione, sono migliaia i siti esclusi dalle ricerche di Google. Le penalizzazioni eliminano i risultati dalla serp di ricerca, fino ad eliminare tutto il traffico organico di un determinato sito.
A questo proposito Google mette a disposizione una pagina web che permette di segnalare eventuali casi di copia o plagio. Si tratta di un modulo che serve per comunicare a Google il reale proprietario dei contenuti pubblicati.
Con la segnalazione, si avvisa Google di un plagio in corso. Tale segnalazione risulta indispensabile per comunicare di essere i reali possessori dei diritti dei contenuti plagiati e quindi non subire penalizzazioni. Questo può sembrare un errore di calcolo o valutazione da parte dell’algoritmo di Big G.
Il modulo di contatto di Google indica quanto segue:

“Google sta testando alcune modifiche degli algoritmi per siti scrapers (specialmente blog scrapers). Chiediamo a voi esempi e potremmo utilizzare i dati che ci inviate per migliorare il nostro algoritmo”.

Google ci indica che il modulo non serve per richiedere assistenza, ma solamente per capire e migliorare l’algoritmo, fino a poter individuare correttamente i veri plagiatori o scrapers.

Il modulo è disponibile quibasta inserire la chiave di ricerca utilizzata e i due risultati URL ricevuti in risposta, oltre alla possibilità di aggiungere delle note o dei commenti.

Google scraper form

Perché è indispensabile utilizzare questo strumento? E, soprattutto, perché dovremmo utilizzarlo?

Google riesce a comprendere chi ha pubblicato per primo un contenuto? Perché non riesce a comprendere chi è il legittimo proprietario dei testi?

Non è facile stabilire chi sia stato il primo a pubblicare un contenuto presente su due o più siti. Il motore di ricerca non scansiona quotidianamente tutti i siti, quindi è possibile che passi prima a scansionare il plagiatore e, in un secondo tempo, il legittimo proprietario. In questo caso, si rischia che venga attivata addirittura una penalizzazione nei confronti di chi detiene regolarmente i diritti. Una cosa assurda, ma purtroppo funziona così.
Google non riesce a stabilire con precisione chi è stato il primo a pubblicare un articolo.

In questi ultimi anni non sono pochi i siti penalizzati da Big G per contenuti plagiati che hanno visto premiato il sito “plagiatore” a discapito dell’autore detentore di tutti i diritti di copyright.
Una vera presa in giro!

Facciamo innanzitutto attenzione agli aggregatori, che, in molti casi, penalizzano il sito proprietario. Non serve a nulla la citazione dell’aggregatore della pagina originale o il backlink DoFollow. Tra questi, il caso maggiore è registrato da Paperblog, il quale riesce a scalare la serp di ricerca facendo piombare nelle ultime posizioni il sito originario.

Con questo aggregatore il tuo sito o blog subisce solamente penalizzazioni. Ciò si verifica anche con altri aggregatori, utilizzati perché si crede portino una link popularity, quando in realtà il traffico organico diminuisce. Nonostante ciò, grazie alla citazione qualche visita si può recuperare, ma siamo sicuri che il gioco valga la candela? A distanza di mesi dall’introduzione dell’algoritmo Google Panda, la situazione non è mutata. Alcuni aggregatori sono già stati penalizzati (ad esempio Liquida, Oknotizie e Wikio), ma il nostro consiglio è quello di evitarne l’uso. Da un iniziale impressione di beneficio, si passa ad una penalizzazione non solo del proprio articolo, ma addirittura di tutto il sito Web.

Matteo Ricci Mingani

Scrivo... ogni tanto... #art.21

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