Manuela Arcuri: arrestato per truffa l’ex fidanzato

Manuela Arcuri
Manuela Arcuri

Il gip di Roma Valerio Savio ha disposto l’arresto di Antonello Ieffi. Stiamo parlando dell’ex fidanzato di Manuela Arcuri. Questi avrebbe approfittato dell’emergenza Coronavirus per incassare del denaro in maniera illecita. Nell’ordinanza di custodia cautelare, Savio spiega come Ieffi abbia “giocato d’azzardo sulla salute pubblica e individuale”. Una truffa ben congegnata verso coloro che attendevano le mascherine per prevenire il contagio da covid-19.

Come fa notare il gip romano, l’imprenditore avrebbe partecipato alla gara per forniture urgenti per la pubblica amministrazione, pur non possedendo concretamente la merce richiesta. Inoltre, come se questo non bastasse, il 42enne non avrebbe avuto in mano impegni contrattuali idonei a garantire la merce nei tempi pattuiti.

Manuela Arcuri, gli appalti truffa dell’ex Ieffi

Antonello Ieffi, ex fidanzato di Manuela Arcuri, è al momento in cella. Il motivo del suo arresto è da ricercare in due appalti. Come precisa il settimanale Giallo, il primo riguarda la fornitura di guanti, mentre il secondo avrebbe dovuto rifornire presidi sanitari contro la pandemia, per un totale di 64 milioni di euro. In questo caso, si parla di indumenti e dispositivi quali camici e occhiali di protezione.

Conosciuto dal gossip per la sua relazione con Manuela Arcuri, il 42enne risultava essere noto anche alle forze dell’ordine, in quanto finito sotto inchiesta per il suo modo di agire truffaldino. All’uomo sono contestati i reati di inadempimento di contratto pubblico e turbativa d’asta. (Continua dopo la foto)

Antonello Ieffi
Antonello Ieffi

Potrebbe perpetrare ulteriori reati

In questi tempi di emergenza sanitaria, i magistrati eviterebbero di mandare qualcuno in cella, ma in questo caso, c’erano pochi dubbi sull’attività illecita di Antonello Ieffi. Quest’ultimo deve rimanere in carcere, in quanto potrebbe perpetrare ulteriori, simili reati a quelli già attuati, per poi far sparire le prove della sua colpevolezza.

L’inchiesta, che si è conclusa con la reclusione dell’imprenditore, è durata pochi giorni e condotta dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF. Il tutto è avvenuto dopo una denuncia partita da Consip, ovvero la società per azioni il cui solo azionista è il ministro dell’economica, che ha il compito di operare nell’interesse dello stato.

Dinanzi a oltre 17 mila morti e ulteriori migliaia di contagi causati dal Coronavirus, lo stato non ha potuto fare altro che richiedere velocemente opportune forniture di prevenzione dello stesso contagio. Proprio per questo ha dovuto agire con procedure straordinarie, tramite appalti flash gestiti proprio da Consip. In tale contesto, i partecipanti dovevano garantire il servizio richiesto in pochi giorni.

Antonello Ieffi ha colto la palla al balzo, vincendo l’appalto, tramite una società fittiziamente intestata non a suo nome, bensì ad un’altra sua collega che aveva, rispetto a lui, la fedina penale pulita. Compito di Antonello Ieffi era la fornitura di 24 milioni di mascherine allo stato, per il compenso di quasi 15 milioni di euro.