La statua alta poco più di sei metri, è stata intitolata “Medici per il mondo”. Essa illustra una lavoratrice che indossa l’equipaggiamento protettivo personale e uno stetoscopio al collo.
La lavoratrice sta con le braccia distese verso il cielo. Un gesto questo quasi come per accogliere i numerosi pazienti di cui il personale medico ha dovuto occuparsi dopo la folle e imprevedibile crisi globale .
Indipendentemente da tutto, si tratta di un bel gesto per tutti i lavoratori. In particolare per quelli in prima linea che si dedicano instancabilmente per ore a combattere questo virus mortale. La statua si trova fuori dal Museo Nazionale d’Arte Lettone ed è stata inaugurata lo scorso martedì 16 giugno, come ha dato annuncio l’Accademia delle Arti della Lettonia.
Uno dei professori della suddetta accademia, Aigars Bikše, è lo scultore dietro questo particolare lavoro. È noto per le sue sculture irriverenti e politiche. Tuttavia stavolta non sembra esserci nulla di sovversivo o alcun elemento di doppio senso dietro questo pezzo, questo è certo.
La statua, secondo l’European League of Institutes of the Arts, “è dedicata ai medici in Lettonia e in tutto il mondo, lodando il loro coraggio altruistico e le cure durante l’epidemia di Covid-19”. Un atto dovuto questo verso chi ha sacrificato la propria vita e verso chi si mette in pericolo ancora oggi.
Lo scultore Bikše, in una intervista ad un giornale lettone ha dichiarato che “Il lungo periodo di blocco di tre mesi e la paura per la propria vita hanno fatto cambiare il modo di lavorare di medici, infermieri e altro personale medico. I pazienti, dal loro canto, proprio ora, e forse per la prima volta nella storia dell’umanità, hanno capito l’importanza vitale del personale medico”.
Questo è solo un piccolo pensiero, un modo banale quasi attraverso cui le persone di tutto il mondo hanno reso omaggio agli operatori sanitari del loro paese e di quelli oltre i confini. In Lettonia comunque tra applausi, ringraziamenti e donazioni, il personale sanitario si erge ormai su un piedistallo per la comunità. Basti pensare che i calciatori hanno deciso di donare i loro stipendi al SSN oltre al fatto che supportano il movimento Black Lives Matter con il logo apposto sulle loro maglie.
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