Tra i fiancheggiatori del rapitore del piccolo Mauro Romano potrebbe esserci anche una donna. Questa è una delle ipotesi da parte degli inquirenti in queste ore. Ricordiamo che il piccolo Mauro scomparve nel lontano 1977. Il bambino potrebbe essere ancora vivo e, subito dopo il suo sequestro, i suoi rapitori potrebbero averlo venduto a una famiglia agiata.
Come leggiamo da Lecce News 24, dopo aver identificato il presunto rapitore, le indagini stanno vertendo anche sui complici di costui. Tra cui il complice dello “zio” con cui il piccolo Mauro si allontanò su un apecar. Si tratterebbe di una persona che conosceva molto bene i genitori del piccolo e che sapeva che la mamma e il papà avrebbero lasciato Mauro a casa dei nonni, per partecipare a un funerale abbastanza distante da dove abitavano.
Sempre da Lecce News 24 leggiamo ulteriori ipotesi sulla possibile sorte di Mauro Romano dopo il suo rapimento. Dopo averlo sequestrato, i rapitori avrebbero tenuto il bimbo in un casolare nei dintorni di Taviano (Lecce). In seguito, i criminali avrebbero venduto Mauro al committente del rapimento. In verità, già al suo tempo, gli inquirenti, tramite l’aiuto dei cani molecolari, rinvennero ipotetiche tracce del bimbo, in località Castelforte. Gli investigatori trovarono, per la precisione, un batuffolo di ovatta impregnato di narcotizzante (sparito nel nulla) e una sorta di giaciglio preparato alla buona.
È possibile che i rapitori tennero buono il piccolo Mauro Romano, narcotizzandolo. Il bambino avrebbe trascorso la notte nel precitato casolare presso Taviano. Gli investigatori non escludono la presenza di una donna che si sarebbe presa cura del bambino, durante il periodo di prigionia.
L’avvocato Antonio La Scala, intervistato a “Chi l’ha visto?”, ha fatto notare come nel caso in cui una donna sia stata realmente implicata nel caso, ciò sarebbe molto grave. Questa persona avrebbe potuto essere una madre e si sarebbe dovuta rendere conto fin dall’inizio della gravità della situazione. Tutte ipotesi, che hanno però bisogno di opportune conferme.
Dopo il rapimento, Mauro Romano potrebbe essere stato dato a chi commissionò il sequestro del piccolo, magari una famiglia ricca, che non aveva figli. Ad approfondire questo punto è proprio l’avvocato Antonio La Scala, che sta leggendo documenti e testimonianze, che potrebbero avvalorare un simile contesto. Tuttavia, nuove informazioni potrebbe fornirle un 70enne di Taviano, considerato il presunto sequestratore del bambino. Nelle prossime ore, l’uomo potrebbe essere interrogato dagli inquirenti. Le indagini proseguono.
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