Hamza Lyamani (26 anni) è il giovane marocchino che ha denunciato i reati perpetrati all’interno della caserma Levante di Piacenza. Tra i carabinieri incriminati anche l’appuntato Giuseppe Montella (37). Hamza ha dichiarato: “Il naso? Me l’hanno spaccato due volte. Mi hanno pestato, riempito di botte”.
Il ragazzo aveva assunto il ruolo di informatore dei carabinieri ed era pagato per le sue informazioni con della droga. Tuttavia, è arrivato un momento in cui Hamza Lyamani non ce l’ha più fatta ad andare avanti così, decidendo di uscire dal quel giro Questa decisione è stata l’inizio del suo incubo. Il giovane marocchino ha paura di essere ucciso adesso.
Intervistato al Corriere della sera, Hamza Lyamani ha dichiarato di non vivere più. Non beve e la notte non riesce a dormire. Il giovane marocchino si chiede se ha fatto bene a parlare. Al Corriere, Hamza ha raccontato di come ha conosciuto Giuseppe Montella, il carabiniere piacentino attualmente in carcere. All’epoca, Hamza era ancora un ragazzino. Montella era un preparatore atletico a calcio. Il marocchino ha dichiarato che a quel tempo non sapeva che Giuseppe fosse un carabiniere.
Hamza Lyamani, come informa Globalist, ha scoperto la vera professione di Giuseppe Montella nel 2016, quando è stato arrestato “con un po’ di hashish preso con gli amici”. I carabinieri, secondo le dichiarazioni del ragazzo, lo avrebbero preso in prova con obbligo di firma alla stazione Levante. Quel giorno era entrato in caserma, trovando inaspettatamente proprio Montella. Quest’ultimo avrebbe proposto al marocchino, che se avesse detto chi spacciava, sarebbe potuto venire a firmare in caserma quando voleva lui.
Secondo quanto dichiarato da Hamza Lyamani, egli non avrebbe iniziato da subito a collaborare con Giuseppe Montella dopo la proposta da parte di questi. Hamza non toccava cocaina, ma l’appuntato lo avrebbe iniziato a pagare con “fumo e bamba”. Insomma, chi avrebbe dovuto aiutarlo lo avrebbe fatto precipitare ancora di più. Hamza, alla fine, sarebbe divenuto un informatore grazie al quale Montella e i suoi avrebbero fatto circa 30 arresti. Il 26enne ha dichiarato di vergognarsi di quello che faceva, poiché “venivano pestati a sangue e incastrati. Si spezzava la droga, l’accusa diventava spaccio. Li ho aiutati anche io, in caserma”.
Hamza Lyamani ha poi ricordato l’episodio di un “poveretto” all’interno della “stanza della terapia” che urlava in maniera disumana. In tale stanza sarebbe stata conservata la droga sequestrata. L’uomo avrebbe urlato in quanto sarebbe stato picchiato dai carabinieri. Hamza ha aggiunto che sarebbe stato presente, in quell’occasione, anche il comandante.
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