Fabio Rovazzi si confessa al quotidiano Corriere della Sera
Qualche giorno fa Fabio Rovazzi ha rilasciato una lunga e toccante intervista al Corriere della Sera. Il noto rapper milanese ha detto la sua sui possibili tormentoni dell’ estate. Inoltre, il professionista ha parlato pure del suo prossimo trasloco, ma in particolare è tornato ad esprimersi sull’emergenza sanitaria da Covid-19, un dramma che lo ha toccato in prima persona.
Infatti, durante il periodo di lockdown il cantante ha perso suo nonno proprio a causa della pandemia che pare sia destinata ad una seconda ondata, mentre era ricoverato in una casa di riposo. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa ha confessato Fabio Rovazzi al noto quotidiano nazionale.
Fabio Rovazzi ricorda il periodo d’emergenza da Covid-19
Intervistato dal Corriere della Sera, Fabio Rovazzi ricordando quello che è accaduto mesi fa in Italia ha detto: “Ho vissuto mesi brutti combattendo contro cose assurde. Avrei potuto fare un post di divisione e attacco. Non l’ho fatto per rispetto del nonno e per non sporcare il nostro rapporto”. Poi, riferendosi alle manifestazioni dei gilet arancioni avvenuti i giorni scorsi, il rapper milanese ha ammesso che cercare il colpevole per una cosa imprevedibile come questa non era utile.
Il cantante ha asserito che il caso dei gilet arancioni in Duomo lo ha stupito tantissimo. “Non per le persone che ci sono andate, ma per l’autorità che non si è fatta sentire. Quando qualcuno dice che il coronavirus non esiste, lo prendo di petto. Impazzisco. Ho vissuto una tragedia da vicino”, ha ammesso Rovazzi.
Il rapper milanese e le dirette social durante il periodo di lockdown
Nel corso della lunga intervista per il Corriere della Sera, Fabio Rovazzi ha speso qualche parola alle dirette social che lui ha fatto durante il periodo di quarantena. Live in compagnia di amicue che fanno parte del mondo dello spettacolo. Quello che lo ha lasciato senza parole è stata la reazione all’invito dell’ex Premier toscano Matteo Renzi.
“Tutti i personaggi del web mi hanno sconsigliato di invitarlo, perché ai ragazzini non interessa la politica. Ero preoccupato che facesse propaganda. Anche fare il simpatico, in fondo lo è, ma poteva fare peggio”, ha confidato il noto professionista lombardo al noto quotidiano nazionale.