Oggi tanti giovani sotto i trent’anni svolgono attività di volontariato all’interno di associazioni no profit. Cosa spinge questi giovani a impegnarsi in attività che richiedono tempo e fatica, se poi non hanno benefici economici?

KontroKultura ha posto questa domanda a Luigi, volontario di protezione civile da 9 anni; ha iniziato all’età di 15 anni come operatore di sala radio e svolgeva servizi di pubblica assistenza affiancato da operatori adulti.

Della sua scelta di diventare un volontario dice: “Ho fatto questa scelta perché è sempre stato un mondo che mi appassiona e perché mi piace aiutare il prossimo nelle situazioni di calamità, conscio del fatto che anche io, qualora mi dovessi trovare vittima di una calamità naturale, riceverei il medesimo aiuto da altri volontari come me”.

Facendo qualche domanda (all’interno di un questionario) a diversi ragazzi e ragazze con meno di trent’anni, abbiamo realizzato una piccola indagine sul volontariato giovanile.

Il primo dato che emerge dall’indagine riguarda il sesso dei volontari. Risulta infatti che le giovani siano maggiormente propense al volontariato. La quota rosa supera il 60% del totale dei volontari che hanno compilato il questionario.

I giovani scelgono prevalentemente il volontariato in ospedale (37,50%); sostenere chi ha un disagio (12,50%), donazioni (6,25%),  pronto soccorso (6,25%).

Altre aree d’interesse sono: l’ambiente (12,50%), la cultura (6,25%), cooperazioni internazionali e aiuti umanitari (6,25%), esclusione sociale e nuove povertà (6,25%), gioventù (6,25%).

L’analisi dei questionari ci dice anche che i giovani scelgono di fare volontariato prevalentemente nel proprio comune di residenza (46,15%). Ovviamente parliamo di ragazzi anche minorenni a volte, mentre crescendo possono allargare i loro orizzonti e decidere di fare un’esperienza di volontariato internazionale.

Tra i giovani in età tra 18 e 30 anni, si spinge fuori dal territorio nazionale il 7,69%. Quindi parliamo di percentuali basse nel caso del volontariato all’estero, alte per quello nazionale.

I giovani fanno tanto volontariato con le associazioni. Domandando loro come hanno conosciuto l’associazione con la quale collaborano, il dato più alto è stato quello del passaparola (63,64%).

Le associazioni di volontariato organizzano eventi e presentazioni in pubblico per farsi conoscere, ma questi eventi non sembrano portare iscrizioni di nuovi associati giovani (solo il 18,18%). Poco più fa internet, tramite newsletter e social network, che raggiunge il 19% di giovani che arrivano a conoscere l’associazione e a iscriversi.

L’accoglienza in associazione viene fatta solitamente da un volontario che si occupa della formazione dei volontari (44,44%).

Integrare i volontari nuovi con quelli che già operano in associazione è un procedimento non semplice. Si tratta di dover coinvolgere i giovani che si inseriscono nell’organizzazione, dando loro modo di capire cosa l’associazione si aspetta da essi e come loro intendono operare al suo interno.

Molto spesso le associazioni coinvolgono i nuovi volontari facendoli operare in gruppo con i volontari già inseriti (37,50%). Questo è un sistema che i giovani apprezzano molto, perché è importante, per imparare, stare insieme a persone più esperte, avere cioè un tutor (anche informale) da cui imparare.

L’orientamento (25%) è importantissimo per conoscere l’associazione e integrarsi.

Altri sistemi molto apprezzati di inserimento del giovane volontario in associazione sono la formazione (18,75%) e l’affiancamento (18,75%). Per i giovani è importante imparare avendo un mentore che insegni loro e che sia un esempio, un modello positivo a cui ispirarsi.

Un aspetto rilevante della ricerca in merito al volontariato per i giovani è stato anche quello di studiare il loro interesse verso il Servizio Civile Nazionale (SCN).

Il SCN è un’occasione importante sia per giovani, sia per le associazioni di volontariato.

Con il SCN l’associazione realizza un progetto di volontariato che dura un anno e ha diverse unità di volontari giovani tra i 18 e i 28 anni, che sono impegnati nel progetto per 12 mesi, 30 ore settimanali, percependo 433,80 € mensili di retribuzione.

Le associazioni giovano del contributo quotidiano e continuo dei volontari in servizio; i giovani fanno tante ore di volontariato e formazione. C’è un guadagno da entrambe le parti (sia per gli enti che per i ragazzi che partecipano).

Tra i volontari che hanno partecipato al questionario, il 25% ha svolto il servizio civile, mentre il 12,50% (pur essendo in età per partecipare) si dichiara non interessato.

Malgrado l’alto numero di giovani volontari che non hanno svolto servizio civile, ben l’83% di chi ha compilato il questionario ha dichiarato che, in base alla propria esperienza di volontariato, consiglierebbe a un giovane tra i 18 e i 28 anni che si avvicina al volontariato di fare domanda per il Servizio Civile Nazionale.

Il risultato finale di quest’indagine è stato che i giovani, in un periodo di grande crisi economica, si dimostrano più solidali e uniti nel sostegno delle categorie sociali più bisognose.

 

Angelo Franchitto