Società quotate in borsa del mondo dello spettacolo: qual è l’andamento ai tempi della pandemia?

Il mondo dello spettacolo è, da sempre, di grande interesse per la maggior parte dei nostri connazionali, che adorano trascorrere il proprio tempo libero gustandosi film, concerti, spettacoli o eventi sportivi prodotti dalla società facenti parte di questo settore. Negli ultimi mesi, complice anche la comparsa del covid 19, risulta molto interessante vedere come si stanno muovendo in borsa i titoli di questo comparto.

E’ fuor di dubbio che la crisi sanitaria, che ha portato ad una drastica riduzione del PIL, abbia portato, in alcuni casi, ad una drastica riduzione del valore del titolo, con un ribassamento significativo degli investimenti in borsa legati alle società che operano nel mondo dello spettacolo: la raccolta pubblicitaria, da sempre motore principale del fatturato di queste società, è indubbiamente calata a causa del contesto macroeconomico piuttosto incerto.

Il crollo in Borsa di Mediaset e RCS dall’avvento della pandemia

Prendiamo, ad esempio, l’andamento del titolo Mediaset, il principale player italiano nel settore della televisione commerciale, che opera anche in svariati mercati internazionali. Il tonfo fatto registrare dalla società con sede a Cologno Monzese, è stato piuttosto gravoso e fa ben intendere come l’ondata pandemica abbia avuto riflessi negativi per le aziende di questo comparto: -44%.

Dai minimi di marzo (1,345), il valore del titolo è risalito sino agli attuali 1,458, che riflette, però, un nuovo sentiment negativo sulla valutazione futura del titolo: il target price di 2,00, fornito da alcune agenzie di rating, pare difficilmente realizzabile in un arco temporale di breve periodo, complice anche la seconda ondata della pandemia, che potrebbe riflettersi in una ulteriore flessione della raccolta pubblicitaria, tendenzialmente in crescita, invece, nel corso degli ultimi mesi.

Mediaset, però, è decisamente in buona compagnia. Un altro grande attore del panorama della comunicazione e dell’intrattenimento italiano ha fatto registrare dati ancora peggiori. Stiamo parlando di RCS Mediagroup, che sviluppa il suo core principale nel mondo della carta stampata e di internet, con Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera come principali asset del gruppo con sede a Milano.

Il gruppo presieduto da Urbano Cairo ha subito un calo di oltre il 50% rispetto ad inizio dell’anno, quando il titolo viaggiava ad un valore stabilmente superiora ad €.1,00: l’attuale quotazione, anch’essa in calo nelle ultime sedute a causa dei venti di crisi della seconda ondata pandemica, è stabilmente intorno a 0,50. Ed i numeri forniti da RCS, paragonati con quelli dello scorso anno, parlano chiaro: i ricavi, nell’arco di un anno, sono passati da 475 a 320 milioni.

Non tutti i titoli dell’entertainment cedono alla crisi pandemica: il caso Netflix

Guardando in casa del presidente RCS, non ci si può esimere dal dare un’occhiata all’andamento del titolo della Cairo Communication, al quale fanno riferimento, oltre a diversi periodici italiani, anche le emittenti televisive del Gruppo La7. Anche in questo caso, il tonfo è stato assai pesante: dal massimo storico del 2020, raggiunto in epoca pre-covid (2,81 il 20/01), il titolo è sceso fino all’attuale 1,012, poco distante dal minimo storico di questo anno funesto.

I dati del primo semestre, d’altro canto, sono anche in questo caso abbastanza eloquenti: dai 632 milioni dei primi sei mesi dello scorso anno, si è passati ai 450 fatti registrare dal 1° gennaio al 30 giugno di quest’anno. Quanto influisca la raccolta pubblicitaria nel drastico calo registrato dal gruppo di Cairo è abbastanza evidente: – 75 milioni rispetto ad un anno fa.

Guardando all’estero, invece, si può notare come, in alcuni casi, l’andamento di alcuni titoli legati al mondo dell’entertainment sia stato tutt’altro che negativo. Basti guardare, ad esempio, alla corsa del titolo legato a Netflix, che è cresciuto di oltre il 60% in dodici mesi. E nonostante abbia fatto registrare il proprio massimo attorno alla metà di luglio (506,80), è ancora ben lontana dai minimi registrati a marzo (265,05): il valore attuale, infatti, si attesta attorno a 412.