J.Ax: il bello è che sei brutto

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Record di incassi per “Il bello di essere brutti” di J.Ax, il rapper milanese che con gli Articolo 31 ha segnato la storia di questo genere in Italia, dando il via alla moda che oggi spopola nei ragazzini. Disco d’oro in una sola settimana, un risultato che conferma e migliora il precedente disco “Meglio Prima”.

Sono passati quattro anni di silenzio. Quattro anni con soltanto qualche feat. con Fedez, Emis Killa. Quattro anni di nipoti ‘senza zio’, costretti a vederlo diventare un’icona per chi non conosce nessuna sua canzone, solo per averlo visto in tv seduto accanto alla Carrà. Quattro anni di dubbi: J.Ax è cambiato? Riuscirà ancora parlare a cinque generazioni insieme? La tv e il successo mediatico l’hanno trasformato in un quarantenne con la testa a posto, sposato, posato e spompato?

Quattro anni di dubbi evaporati in un nanosecondo il 28 gennaio 2015, quando sul treno col le cuffie, a casa chiusi in camera con i compiti che aspettano, in metropolitana, durante il jogging al parco, milioni di ‘seguaci’ hanno cliccato play su “Intro”. Brividi dall’inizio alla fine della traccia, quei brividi che solo i veri seguaci dello Zio Ax sanno bene riconoscere non appena la sua voce attacca sulla base. Un pezzo che introduce l’intero disco, proclamandolo come il vero momento di distacco dal passato artistico con gli Articolo, nonostante i dischi da solista sono ormai cinque. Distacco maturato in tanti anni, doloroso, oneroso, che lo ha riportato a zero. Un punto di non ritorno, che avrebbe potuto relegarlo nel dimenticatoio e dal quale Alessandro Aleotti è invece tornato più forte di prima, scalando le classifiche e la moda.

Ma da come si evince dalle rime delle venti tracce del CD, nonostante il successo mediatico ottenuto anche grazie al talentshow della Rai, lo zio resta sempre ‘brutto’, il ragazzo di provincia che è andato ad abitare in centro rimpiangendo il ghetto, portandoselo sempre dentro, fedele a se stesso, che si “racconta veramente e non l’immagine vincente che la gente vuole vendere si sé”. Un disco convincente e originale, nel senso di fedele all’origine, che parla di adolescenza e nostalgia  (un argomento da sempre presente nei testi di J.ax, soprattutto nei lavori da solista e in particolare nell’album “Meglio Prima”, tutto improntato sulla nostalgia del passato), di donne, amicizia vera e persa, della sua Milano, medaglia dalla doppia faccia come il suo paese. Un lavoro ricco di featuring interessanti, tra i quali spiccano la genuinità e simpatia del ‘fratellino’ Grido e del collega Fedez.

Meno male che sei brutto, zio. questa virata a gomito sul personale, concedetemela. Sono una ‘seguace’ incallita da “Strade di città” e rispondo così a chi mi disse: “Ascolti J.ax? Guarirai presto”. Io non sono guarita, per fortuna. Bella zio, anche quando passerai di moda noi ci saremo sempre, come prima, come oggi.

Valentina Rubini – Le metamorfosi di K

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