Quando un marchio diventa sinonimo di parlare con chiunque al mondo gratuitamente
L’errore nelle premesse

Negli anni sono stati scoperti bug, procedure che varcano il confine tra la realtà e la fantasia, tra il mistico e lo scientifico, ma pur di non pagare neanche la licenza annuale di Whatsapp c’è chi ricorrerebbe a qualsiasi espediente.
Di pari passo con il proliferare di pagine che insegnavano come aggirare il pagamento, iniziavano a fare la loro comparsa, da più parti, critiche verso quei “tirchioni” che non pagavano. La discussione viene portata avanti su due posizioni diametralmente opposte e in nessun modo conciliabili tra loro: chi da un lato difende il diritto di non pagare un servizio che altri offrono gratuitamente e chi, dall’altro, sottolinea che questo prezzo non è neanche lontanamente paragonabile con quello che si pagava, tempo fa, per un flusso di sms tradizionali.

Whatsapp è veramente gratuito

Partiamo dalla definizione del termine:  gratuito (agg.): cui non corrisponde alcuna forma di pagamento o di compenso.

Stando a questa definizione, possiamo affermare veramente che Whatsapp sia gratuito, così come tutte le altre applicazioni del medesimo tipo. A questo punto si potrebbe essere un po’ disorientati, soprattutto se si è appena eseguita la procedura per il pagamento; questo solo perché non ci si rende conto del fatto che, in realtà, non si paga il servizio, ma il numero elevato di utenti che ne usufruiscono.
Il ragionamento è molto semplice: le applicazioni concorrenti nel settore della messaggistica istantanea non saranno mai così popolari, ed è sufficiente installarle nel proprio smartphone per accorgersene. Quindi, se non volete riempire il vostro dispositivo di app per poter parlare con i vostri amici (e molti comunque non potrebbero visto lo spazio disponibile), Whatsapp è l’unica soluzione.

Saranno tutte a pagamento?

Si potrebbe supporre che un giorno i servizi più popolari inizieranno a far pagare un abbonamento di qualche tipo ai propri utenti sempre per il medesimo motivo, ma è impossibile da prevedere. Sono da escludere, però, tutte quelle app che guadagnano tramite la pubblicità.